Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Andare a vedere un film tratto da un libro di Jules Verne con gli occhialetti rossi e blu ha qualcosa di steampunk e psichedelico allo stesso tempo, quindi l’idea non poteva non attrarci. In più metteteci la presenza dell’immarcescibile Brandan Fraser, ormai più imbalsamato della Mummia che gli ha dato da mangiare negli ultimi dieci anni, e avrete un film da non sottovalutare.
Trevor Anderson è uno scienziato improbabile, che rimane intrappolato con il nipote e una guida (ovviamente sexy e vestita di pochi stracci) in quel di una grotta islandese. L’unico modo per fuggire è scendere in profondità, dove vivono pesci volanti, piante carnivore e dinosauri.
Visto in due dimensioni, il film non sembra molto più di uno di quei video che vengono proiettati a Disneyland nelle attrazioni con il cabinato che si muove. Visto in 3D, sembra esattamente la stessa cosa ma almeno può vantare un discreto fattore “oooooh”. Chi si aspetta l’adattamento definitivo di Verne dovrebbe rinunciare e continuare a leggere libri. Ma chi desidera portare la famiglia al cinema e farsi venire un po’ di sano mal di testa, ha trovato decisamente qualcosa da fare.
Voto 5
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