The Horsemen

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Avete presente quei thriller nei quali, appena la telecamera indugia per la prima volta su un personaggio, si pensa “ecco l’assassino”? Ecco, in questo The Horsemen non delude mai: appena penserete che qualcuno è colpevole dei tremendi delitti a base di ganci e libro dell’Apocalisse, potete star sicuri di aver fatto centro. Prevedibile in modo quasi imbarazzante, a tratti inspiegabilmente eccessivo, questo film di uno dei registi più amati dalle popstar (ha filmato le edizioni DVD di concerti di Madonna e U2) può contare solamente su un Dennis Quaid a proprio agio nel ruolo di detective disperato. Un cliché che funziona sempre.



Anche Ziyi Zhang, nella parte della carnefice adolescente, risulta sufficientemente iquietante: non abbastanza, però, da riuscire a dimenticare quanto a Hollywood piaccia lo stereotipo dell’asiatica pazza.
Tutto il film corre verso un finale prevedibile e soprattutto che non convince. La metafora biblica è puerile e fa molto esoterismo della domenica. La fotografia si salva, nonostante i momenti Se7en vorrei ma non posso. Condisce il tutto il solito mix tra teenager insoddisfatti e internet, qualcosa che ci aspettiamo di vedere più a Porta a porta che non al cinema.

Voto 5

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Francesco Bernacchio

Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.

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