Tom Cruise: Operazione Roma

Di Carolina Tocci
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Eccoci faccia a faccia con uno dei divi più divi di Hollywood. Tom Cruise appare più magro, dal vivo, ma l’espressione è la stessa che siamo abituati a vedere al cinema. Sorride, è alla mano e non fa altro che ripetere quanto sia felice di essere tornato a Roma, anche se solo per poche ore. È venuto a promuovere il suo nuovo film, Operazione Valchiria, diretto da Bryan Singer (I soliti sospetti, X-Men), che negli USA ha incassato oltre 80 milioni di dollari battendo ogni previsione.
Il film racconta il tentativo, fallito, di uccidere Adolf Hitler da parte di un gruppo di generali e altri membri dell’esercito tedesco nell’estate del 1944. A guidare l’operazione il colonello Claus von Stauffenberg, interpretato da Cruise.

Qual è stato il tuo contributo a questa pellicola?
Ho lavorato a stretto contatto con Bryan Singer e con gli sceneggiatori. Ognuno di noi aveva qualcosa da dire e portava sul set i propri libri di storia. È  una vicenda tropo toccante per limitarsi a seguire uno script. Abbiamo scelto una forma di narrazione di tipo classico, in modo che la vicenda fosse sempre in primo piano e mai sovrastata dai personaggi. Poi naturalmente il film è stato aggiustato, reso adatto ad un pubblico che sia il più ampio possibile.



Ci sono state polemiche, soprattutto in Germania, sin dai primi giorni di riprese. Come hai vissuto questa esperienza?
In realtà molto di quello che è andato a finire sui giornali non è mai accaduto. Io so solo che il film non avremmo potuto girarlo in nessun altro posto se non a Berlino. È stato un periodo davvero emozionante e abbiamo trovato grande collaborazione da parte dei membri della troupe tedesca. C’è stato un vero e proprio lavoro di squadra.

Il personaggio che interpreti viene indicato da alcuni libri di storia come un nazista antisemita. Come ti poni davanti a queste affermazioni?
Sicuramente quando parliamo di von Stauffenberg ci troviamo davanti a una figura ambigua e controversa, spesso poco approfondita nei libri di storia. Era indubbiamente un personaggio molto forte, deciso e che aveva il coraggio di parlar chiaro, in ogni circostanza.

Tom Cruise a Roma con Bryan Singer, regista della pellicola

Che cosa ti ha fatto decidere di interpretarlo in questo film?
Più di tutto, la sua complessità. Quando mi arrivano i copioni da leggere, cerco sempre di mettermi dalla parte del pubblico. Indubbiamente avevo davanti una storia piena di fascino con un personaggio che lo era, forse, anche di più. Mi ha fatto tornare in mente che da bambino spesso giocavo con i miei amici a uccidere i nazisti (li ho sempre odiati!). Mi sono sempre chiesto come mai nessuno avesse mai provato ad uccidere Hitler. Quando ho iniziato a leggere di von Stauffenberg, mi ha colpito il modo che aveva di rivolgersi a chiunque, con una chiarezza disarmante, a cui nessuno era abituato, soprattutto a quei tempi.

In pochi mesi ti abbiamo visto in due ruoli completamente diversi tra loro. Prima in Tropic Thunder, produttore senza scrupoli, e ora in Operazione Valchiria, eroe in divisa. Che cosa ti diverte nel tuo lavoro?
Questo mi diverte. Tra l’altro ho girato le due pellicole in contemporanea e quando ero a Berlino alle prese con la storia e le sue atrocità, sapevo che poco dopo mi sarei divertito da morire sul set di Tropic Thunder. Cerco varietà, mi stimola interpretare ruoli sempre diversi. È una sfida continua.

Usciamo un attimo dal film. Che tipo di rapporto ha Tom Cruise con le donne?
Sono stato cresciuto da mia mamma e da tre sorelle. Ho sempre assistito a quello che hanno dovuto fare nella vita, soprattutto mia madre, single, che doveva lavorare per mantenerci. Amo da sempre le donne e le rispetto. Amo la loro bellezza, sensibilità, intelligenza, eleganza. Ogni tanto mi capitava di vedere una delle mie sorelle che veniva trattata male dal fidanzato e mi dicevo che le avrei sempre rispettate. Non so, penso al loro odore, al modo in cui baciano… Poi le italiane… Per questo sono venuto qui a sposarmi!

Sappiamo che sostieni Obama. Che cos’è che ti convince di più del suo modo di far politica? E cosa pensi della sua apertura nei confronti dei musulmani?
Io appoggio Obama in tutto. La penso come lui sul fatto che sia fondamentale comunicare. Viviamo tutti nello stesso mondo, anche se in paesi diversi e il sapersi rapportare al prossimo è la prima regola da imparare se si vuole far diventare il mondo un luogo migliore in cui vivere.

Movielicious ha recensito per voi Operazione Valchiria. Cliccate qui per leggere l’articolo.

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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