Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Il tempo delle trilogie fantasy al cinema è finito da tempo, se mai è davvero iniziato. Quello che potè Il Signore degli Anelli è rimasto ineguagliato nonostante i tentativi: da Eragon a questo Inkheart. L’adattamento cinematografico del libro di Cornelia Funke ha tuttavia qualche buono spunto, oltre a vantare un cast di prim’ordine. Brendan Fraser interpreta di default l’eroe, ma al suo fianco ci sono persino Helen Mirren, e un fisicatissimo e affascinante Paul Bettany.
La storia, tra l’altro ambientata sulla Riviera Ligure, ha per protagonista una bambina che scoprirà di avere gli stessi poteri del padre: dare vita a quello che legge a voce alta, nei libri. Lo scalcinato gruppetto che si forma, in cerca della mamma scomparsa, si imbatterà quindi nei cattivi di un libro che il padre le lesse anni prima, ma anche in molti altri personaggi e mostri famosi della letteratura. L’idea funziona, fino a quando la sceneggiatura non diventa un coacervo di spiegazioni inverosimili verso l’inevitabile finale. Passi la sospensione d’incredulità, ma a tutto c’è un limite.
Flop al botteghino USA, Inkheart sarebbe dovuto essere il primo di una trilogia, che forse non si farà. Non è una gran perdita, anche perché non vorremmo chiederci ancora una volta: “Helen Mirren, perché?”.
Voto 5
Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa
The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.
Leave a reply