Due partite

Di
Share

La pellicola, basata sulla commedia teatrale scritta e diretta da Cristina Comencini, mostra due generazioni di donne a confronto. La prima, ingenua e borghese, rispecchia in pieno gli anni Sessanta. L’altra, instabile e consapevole, quella degli degli anni Novanta.



Un esperimento coraggioso, l’aver portato sullo schermo una pièce teatrale a tutti gli effetti, con i rischi che un cambio di medium comporta in questi casi. Netta la divisione del film in due parti, anche se Le quattro madri (Buy, Massironi, Ferrari e Cortellesi) e le quattro figlie (Pandolfi, Crescentini, Melillo e Rohrwacher), nonostante i tempi diversi in cui vivono, si trovano alle prese con gli stessi problemi. O meglio, con l’evoluzione (o involuzione?) di questi.

Non ci sono uomini nel film, ma si parla (quasi) sempre di loro. Il disordine amoroso, la precarietà degli affetti o il desiderio di maternità si  riflettono negli occhi delle otto attrici (Cortellesi, Pandolfi e Rohrwacher le più brave). Ben scritto, Due partite sente la mancanza di quel tocco in più per essere un gran film e non semplicemente un film tratto da una buona pièce.

Voto 6

Share

Comments

About author

Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

+ 51 = 53

Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Chiudi