Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Due cugini non si vedono da oltre vent’anni, perché i loro padri (due fratelli) non riescono a sopportarsi. Un giorno, per caso, si rincontrano. E’ l’inizio di una serie di mirabolanti avventure ai limiti dell’assurdo e del quotidiano. Con tanto di sbeffeggiamento nei confronti della mafia.
Bisogna riconoscere un gran merito a Ficarra e Picone, quello di aver messo d’accordo pubblico e critica con i loro precedenti film (Nati stanchi e Il 7 e l’8 hanno rappresentato un vero caso cinematografico). La coppia, anche in questa occasione, affronta il cinema in modo serio, incentrando il film su un copione solido in cui le gag e gli sketch in cui siamo abituati a vederli in TV, vengono giustamente emarginate. La pecca del film, allora, diventa il rimanere troppo fedeli alle maschere che Ficarra e Picone si sono creati (quella di imbroglione, il primo, quella di Insicuro, l’altro).
La regia a sei mani de La matassa (quattro delle quali appartengono ai due comici palermitani) è un esperimento limite, a cui va attribuito, però il coraggio di aver sviluppato in modo credibile e divertente un tema universale come quello delle liti in famiglia.
Voto 6
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