Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Il proliferare di film sul “sogno di ballare” ha molto a che fare con quello televisivo dei talent show, in Italia come nel resto del mondo. I dance movie, però, dovrebbero almeno avere qualcosa di simile a una trama, per non parlare di balletti decenti e interpreti all’altezza. Ballare per un sogno fallisce in ogni singolo aspetto, rivelandosi piuttosto un’accozzaglia di luoghi comuni, approssimazioni e coreografie scadenti.
Lauryn ha ventun anni e abbandona il suo paesino in Indiana per inseguire il sogno di diventare una ballerina. Trasferitasi a Chicago e rifiutata dalla scuola più importante della città, ottiene un lavoro prima come contabile e poi come danzatrice di burlesque (una carriera più che ovvia, giustamente) in un locale alla moda. Lì troverà tutto: la femminilità, il coraggio, l’amore, la voglia di non arrendersi. Dialoghi imbarazzanti, attori totalmente a disagio davanti alla telecamera, scelta random di canzoni (dal pop all’urban all’R’n’B senza nessuna logica), balletti sconclusionati, una sceneggiatura che sarebbe venuta fuori meglio premendo la tastiera a caso. Dobbiamo aggiungere altro?
Voto 2
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