Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Avete presente quando chiedete a qualcuno com’è un film, e quello vi risponde: “Carino”? Ecco, Generazione 1000 euro è un film così. Ma nel vero senso del termine: una commedia piacevole, frizzante, scorrevole, ben scritta, ben girata e ben interpretata. Che nonostante sia incentrata sulla precarietà dei 30-e-qualcosa, lascia nello spettatore una sensazione di gradevole ottimismo e allegria. Perché se dobbiamo ridere sulle disgrazie economiche che attraversiamo un po’ tutti, almeno facciamolo senza piangerci addosso.
Matteo (Tiberi) è laureato in matematica, e di lavoro pigia i tasti distrattamente in una multinazionale, settore marketing. Prende meno di mille euro al mese, e ha la sedia che gli vacilla continuamente sotto al sedere. Un giorno prova l’ebbrezza di un viaggio di lavoro a Barcellona con una sua “capa” (Crescentini), e da quel momento inizia a pensare che la carriera non deve essere poi quel demone che tutti osteggiano alla ricerca dei propri sogni. Si può entrare nel sistema ed essere felici? Peccato che gli ingranaggi abbiano qualcosa che li inceppa: amici, amori, ideali.
Massimo Venier, dopo una vita passata a dirigere Aldo, Giovanni e Giacomo, scrive un film con nuovi personaggi azzeccati e ottime battute. Nonostante qualche volta strappi il sorriso in modo troppo semplice, o scelga soluzioni un po’ scontate, riesce a non perdere mai in ritmo. Anzi, stupisce con guizzi di ironia tagliente. Ottimo davvero il cast, con un Alessandro Tiberi che dimostra di essere molto più che una bella faccia da TV (Boris), e un Francesco Mandelli perfetto nel ruolo. Spassose parti minori di Paolo Villaggio e Lucia Ocone. Un film “carino”, assolutamente da vedere.
Voto 7
Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.
Felicità e amore ai tempi del precariato. Uno spassoso romanzo di formazione al contrario firmato Massimo Venier.
Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
L’elefantino volante di casa Disney diventa un dolcissimo freak nelle mani di Tim Burton.
Nelle sale il profondissimo ritratto di signora di Sebastián Lelio con una Julianne Moore radiosa, che reinterpreta magistralmente il personaggio che fu di Paulina García.
Le confessioni di un serial killer in un viaggio attraverso le profonde radici del male: Lars von Trier colpisce ancora.
Clint Eastwood torna a dirigersi in un film ironico e toccante ispirato a una storia vera.
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Angelo (Il cielo sopra Berlino) e demone (Hitler ne La caduta). Ci lascia un attore immenso, versatile, sensibile.
L’attore, 63 anni, era ricoverato al Policlinico di Napoli da due settimane.
Il capitolo conclusivo della trilogia di M. Night Shyamalan è il film di supereroi che non ci si aspetta.
Nelle sale la commedia criminale di Massimiliano Bruno. Un tuffo nell’Italia dell’82 tra i mondiali di calcio e la banda della Magliana.
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In gara per la Palma d’oro, tra gli altri, Terrence Malick, Pedro Almodóvar, i Dardenne, Marco Bellocchio e Xavier Dolan.
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