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Valérie: diario di una ninfomane
Di Carolina Tocci 1 maggio 2009
Eccoci davanti all’ennesima pellicola con un termine che dovrebbe suscitare scandalo nel titolo, ma che in realtà di scabroso ha ben poco. “La ninfomania non esiste, è un’invenzione degli uomini per controllare il desiderio della donna”, dice Valérie Tasso, autrice dell’autobiografia da cui il film è tratto. Su questo si riflette e a partire da questo si ribaltano i ruoli imposti dalla società: la donna smette di essere desiderata e inizia a desiderare.
La storia di Valérie non ha momenti carichi di erotismo, ma viene raccontata attraverso numerose scene di nudo, quasi sempre gratuite. E’ una trentenne di bell’aspetto che ama il sesso e che si circonda di diversi amanti. Poi il personaggio evolve (o involve?). Valérie si innamora di un folle, perde l’impiego, inizia a guadagnare sfruttando il suo amore per il sesso lavorando in un bordello… Il tutto accade con poca introspezione e ancor meno motivi per suscitare scandalo.
Il film è vietato ai minori di 14 anni, date le numerose scene osè, anche se Valérie non andrà certo ad arricchire gli scaffali della buona filmografia erotica. L’attrice protagonista, Belén Fabra, ha una sola espressione per tutta la durata del film. E ci sforziamo di capire il motivo per cui un’attrice del calibro Geraldine Chaplin (che qui interpreta la nonna di Val), abbia preso parte a un progetto simile.
Voto 4
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