Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Dieci anni dopo Festen: Festa in famiglia, Thomas Vinterberg si lascia alle spalle l’America e la collaborazione con Von Trier per tornare a casa, e offrirci un seguito che allo stesso tempo è rivisitazione. Benjamin scopre che il padre che credeva morto è in realtà vivo e vegeto, ed è un cantante d’opera che sta per visitare la sua cittadina di provincia a 750 anni dalla fondazione. Sua madre aveva preferito tenergli nascosta la verità, ma la riunione di famiglia è ormai inevitabile.
La trama aperta permette al regista di riscoprire i personaggi di Festen e dare loro una nuova direzione, premendo per mostrarceli sotto una nuova luce. L’umorismo cinico è naturalmente intatto, ma la lezione americana di Vinterberg è decisamente avvertibile. C’è qualche momento in cui si ha la netta sensazione che il film sia inconcludente, ma allo stesso tempo si percepisce che sia quella la direzione ricercata. Da vedere se avete amato Festen, naturalmente.
Voto 6
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