Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
J.J. Abrams ce l’ha fatta. Non avremmo voluto essere nei suoi panni, se avesse fatto infuriare i milioni di Trekkies che dal 1966 seguono la saga fantascientifica più longeva della storia. Eppure, l’autore di Lost torna al cinema tre anni dopo il deludente Mission: Impossible III con il progetto più ambizioso della sua carriera, centrandolo in pieno. L’undicesimo film di Star Trek cambia decisamente rotta rispetto al passato, tornando alle radici della serie e puntando a farla conoscere alle nuove generazioni senza deludere quelle più agé. Il che, solitamente, nella tradizione cinematografica vuol dire scontentare più o meno tutti. E invece no: l’ottima sceneggiatura di Roberto Orci e Alex Kurtzman coglie appieno lo stile del padre di Star Trek, Gene Roddenberry. E Abrams è molto attento a stuzzicare continuamente gli appassionati con citazioni, omaggi e il fantastico cameo (più di un cameo, in verità) di Leonard Nimoy, il primo mitico signor Spock.
James T. Kirk (Chris Pine) nasce con il destino segnato: sua madre lo partorisce su una navetta di salvataggio che fugge da un attacco di una misteriosa nave fantasma. Venticinque anni dopo, Jim si ritrova sulla nave spaziale U.S.S. Enterprise per il suo viaggio inaugurale. Proprio come il padre, che sacrificò la propria vita per salvarlo, si troverà a fronteggiare una trappola aliena. Nero (Eric Bana), un romulano che viene dal futuro ed è convinto che Spock sia il colpevole della distruzione del proprio pianeta, distrugge Vulcano sotto gli occhi del giovane Spock (Zachary Quinto). Anche lui è un cadetto dell’Accademia della Flotta Stellare, come Kirk. I due, profondamente diversi tra loro, dovranno collaborare per evitare che Nero distrugga anche il suo prossimo bersaglio: la Terra.
Più di due ore di film che volano in un attimo, risultando godibilissime anche per chi non ha mai saputo nulla di Star Trek. L’approccio di Abrams alla serie è decisamente umile e rispettoso, ma allo stesso tempo incredibilmente appassionato e ispirato. Il regista decide di non rischiare imponendo troppo la propria visione, ma crea saggiamente un film di fantascienza e azione come non se ne vedevano da tempo: con carattere, ritmo, sostanza e coerenza. Ottima la colonna sonora di Michael Giacchino, ottimi gli effetti speciali, ottimo l’umorismo che permea la pellicola e che la rende digeribile anche a chi non ama il genere. Quarantatré anni dopo la sua prima volta, Star Trek torna decisamente sulla breccia: J.J. Abrams ha posto le basi per una nuova, lunga serie di appuntamenti trekkiani al cinema. Se il livello rimarrà questo, non possiamo che citare Spock: lunga vita e prosperità.
Voto 8
Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.
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