Una notte al museo 2: la fuga

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Come tutte le grandi produzione hollywoodiane, anche Una notte al museo non poteva rimanere senza un sequel. Cavallo vincente non si cambia, ed ecco che Ben Stiller, Owen Wilson e Robin Williams tornano a vestire i panni degli stessi personaggi, fautori del lauto incasso del primo film nel 2006. Da annoverare tra i sequel peggio riusciti del cinema americano, questa nuova notte al museo è una pellicola che forse solo i più piccoli troveranno vagamente divertente.



Ora Larry Daley non è più il guardiano del Museo di Storia Naturale di New York. Ha fatto fortuna ed è un giovane imprenditore. Eppure non è soddisfatto del suo nuovo lavoro, tanto che spesso torna a far visita al suo vecchio museo. Ma le cose cambiano, e un giorno Larry trova tutti gli oggetti del museo imballati e in procinto di essere  spediti all’archivio federale dello Smithsonian Museum di Washington. Naturalmente finisce lì anche la tavola egizia che ha il potere di rianimarli.

La storia è piuttosto inconsistente, e decisamente troppo nazionalista. Ma perché i cattivi sono tutti stranieri (da Napoleone al faraone Kahmunrah, a Ivan il terribile) mentre a salvare le sorti della vicenda sono solo personaggi americani (meglio se ex presidenti) ? Siamo di fronte a un’americanata, e il termine viene consapevolmente utilizzato con un’accezione negativa. L’adattamento italiano poi lascia davvero senza parole. L’uso improprio che viene fatto dei dialetti è irritante. Le battute che si salvano si contano sulle dita di una mano. Evidentemente Ben Stiller ha lasciato la sua vena comica ben chiusa in un cassetto durante le riprese del film.

Voto 3

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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