Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Coraline è una bambina di undici anni che si è da poco trasferita con la sua famiglia in una nuova casa. Tutto è ancora da scoprire, ma i suoi genitori sono troppo occupati per dedicarsi a lei. Lasciata a giocare sempre da sola, la piccola scopre una porticina che porta ad un altro appartamento, in tutto simile al suo, dove vivono un’altra mamma e un altro papà, che le dedicano cure e attenzione. Tutto appare meraviglioso, dall’altra parte della porta, anche se le persone hanno degli strani bottoni al posto degli occhi.
Come spesso accade con le cose migliori, anche Coraline è nata da un errore. Un errore di battitura. Chi l’ha ideata, il suo eclettico autore Neil Gaiman, voleva scrivere Caroline, ma gli è scivolata la mano sulla tastiera. Meglio così, perché Coraline è unica come il nome che porta, così come unica è l’esperienza che vive e che ci fa vivere. Se poi alla fantasia della storia, si unisce quella di Henry Selick (Nightmare Before Christmas), il risultato non può che essere sorprendente. Sempre di un mondo parallelo si tratta, un mondo in cui la morte attira più della vita, con le sue tinte piene e la sua apparente mancanza di noia.
Coraline è una novella Alice supportata da stop motion e 3D stereoscopico, ma perennemente avvolta da una nebbia dai sapori gotici. La simbologia gioca un ruolo dominante nel film, dal tunnel tra i due mondi alla bambola che Coraline riceve in dono dal suo strano amico Wybie, in tutto e per tutto simile a sé. Se è vero che gli incubi sono difficili da scrollarsi di dosso, lo sono anche i sogni, e Selick sembra saperne parecchio sia degli uni che degli altri. Coraline è circondata di personaggi bizzarri e stravaganti, ognuno dei quali si fa portatore di un messaggio che la aiuta ad uscire dall’inquetudine 3D in cui Gaiman e Selick l’hanno catapultata. Il risultato finale è davvero notevole, e decisamente più adatto a un pubblico adulto che non stenterà a riconoscersi nelle paure e nelle gioie della protagonista. Dato che tutti, almeno una volta, siamo stati bambini.
Voto 8
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
Il guru della stop motion, Henry Selick, ci invita nel mondo di Coraline. Rigorosamente 3D.
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