Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Fa piacere, ogni tanto, uscire dalla sala con qualcosa in più rispetto a quando si è entrati. Che si tratti di un o di uno spunto riflessivo, E dopo aver visto Adventureland, dal quale non ci aspettavamo poi molto, la senzsazione avuta è stata proprio di piccolo arricchimento. La storia ruota atorno a James (Jesse Eisenberg), un ragazzo appena diplomato che nell’estate del 1987 si ritrova a lavorare nel parco divertimenti della sua città. Quello che inizia solo come un semplice impiego momentaneo in attesa di andare all’università, si trasformerà per lui nella più grande esperienza di vita.
Fa un certo effetto vedere Kristen Stewart al di fuori dell’universo vampiresco. E qui riesce a rendere il suo personaggio (Em, una ragazza che lavora nel parco giochi) convincente e sfaccettato. Il regista Gregg Mottola ha effettivamente lavorato nell’estate del 1987 come responsabile di uno stand di giochi all’Adventureland di Pittsburgh e la componente autobiografica echeggia in tutta la pellicola. I ricordi personali di Mottola si miscelano perfettamente con gli elementi di fiction, e l’America reganiana, ancora in grado di regalare sogni e speranze ai cittadini, fa da sfondo. La storia di Jesse ne è l’esatta metafora, che si accanisce con la tipica foga adolescenziale sulla complessa ricerca di uno spicchio di felicità. Per tutto questo Adventureland, facilmente etichettabile come ennesima pellicola adolescenziale, è stato in realtà una piacevole sorpresa.
Voto: 7
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