Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Quando ci si trova di fronte a un fenomeno di massa quale è Twilight, e non si comprende il motivo di tanto successo, viene il legittimo dubbio che si stia invecchiando e non si riesca più a capire che cosa piace alle nuove generazioni. Poi, dopo un momento di iniziale smarrimento e quell’orribile sensazione di essere delle cariatidi, si guarda New Moon e si comprende: il secondo capitolo della saga cinematografica tratta dai romanzi di Stephenie Meyer è confezionato ad arte, portando su schermo un qualcosa che oggettivamente non può non piacere a una (o un) teenager. La dimensione straniante per un adulto spettatore di New Moon è presto spiegata: è come ritrovarsi per due ore dentro la mente e le fantasie di una quattordicenne. Forse non una quattordicenne particolarmente sveglia, ma pur sempre una quattordicenne. Il tuo ragazzo al quale avevi giurato amore eterno ti ha lasciato? E’ perché ti ama troppo, o ha qualche problema inconfessabile che lo costringe ad allontanarsi. Credevi sarebbe durato per sempre? Ti disperi e urli nel cuore della notte per mesi, e tutti si preoccupano per te. Il tuo migliore amico ha una cotta per te ma tu non lo ricambi? Resterete comunque uniti, perché l’amicizia è troppo forte per finire. Basta crescere per sapere che la vita non va così: ma New Moon sì, e senza alcun freno.
Avevamo lasciato l’umanissima Bella Swan (Stewart) innamorata del vampiro Edward Cullen (Pattinson). Tra i due le cose vanno bene per un po’, anche se persino un bacio di troppo rischia di scatenare in lui gli istinti da Nosferatu soppressi dalla scelta di essere vegetariano. A un tratto, Edward si accorge per l’ennesima volta di costituire un pericolo per Bella, e la allontana per il bene di lei. La ragazza si dispera, fino a quando non trova un po’ di conforto tra le braccia dell’amico Jacob (Lautner), ovviamente innamorato di lei. Ma Edward la osserva da lontano, e a un tratto la crede morta. Vuole uccidersi anche lui, e a Bella non resta altro che correre a salvarlo. Tra le primissime inquadrature del film si scorge un volume di Romeo e Giulietta, ma il paragone è improponibile. New Moon è un film basato solamente sugli attori (pessimi) e sul loro appeal sui fan (enorme). Persino la già debole trama messa su da Stephenie Meyer nel libro viene qui svilita, per confezionare ad arte quello che rientra perfettamente nella definizione di “prodotto”.
Era difficile fare peggio di Twilight, e infatti New Moon ha qualcosa in più dell’opera di Hardwicke. Il budget è più elevato e gli effetti speciali ne guadagnano, la lotta tra licantropi e vampiri è affascinante, due o tre personaggi secondari sono interessanti, la parte ambientata a Volterra a caccia di un’antica famiglia di succhiasangue è suggestiva seppur fin troppo breve e sacrificata. Ma per il resto, New Moon finisce per scatenare involontariamente l’ilarità di chiunque non lo osservi come una Fede. Di sicuro non si può non rimanere colpiti dalla precisione millimetrica con la quale il tutto è stato preparato, per andare a colpire proprio là dove deve. Ma a noi piace conservare l’opinione che il cinema dovrebbe essere innanzi tutto idee: magari non sembre buone, ma comunque idee. L’inconsistenza di New Moon, invece, è disarmante: un film che sta al buon cinema come l’aglio sta ai vampiri. Perché ai nostri tempi, i vampiri si facevano fuori con un po’ di aglio.
Voto 4
Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.
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