Avatar

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Il claim con il quale Fox lancia Avatar è: “Dal regista di Titanic“. In realtà, bisognerebbe tenere a mente che questo è il nuovo film dell’autore di Aliens. Ventiquattro anni dopo il suo capolavoro, James Cameron regala nuova gloria agli alieni cinematografici. Se allora ci era riuscito con un sequel, terrore e Sigourney Weaver, qui ci riesce con effetti speciali, buoni sentimenti e… Sigourney Weaver. Lei è la dottoressa Grace Austine, una ricercatrice che ama studiare le abitudini dei Na’vi, gli abitanti umanoidi di Pandora. Si tratta della luna di Polyphemus, un pianeta che dista quasi cinque anni luce dalla Terra, e dal quale gli esseri umani vogliono in realtà una sola cosa: il preziosissimo metallo che giace in gran quantità nel sottosuolo. Per farlo, tentano di guadagnare la fiducia dei Na’vi diventando come loro: prendendo cioè il controllo di avatar, cloni di alieni controllati mentalmente, a distanza, da un essere umano quando dorme.



L’avatar di Jake (Sam Worthington), un ex marine rimasto paralizzato in missione, è lo stesso che usava suo fratello Tommy. Lui è stato ucciso, e Jake viene assunto come sostituto in quanto il suo codice genetico gli permette di interfacciarsi con l’involucro alieno di Tommy. Funziona così: quando è sveglio Jake vive sulla sua sedia a rotelle nella base militare su Pandora, mentre quando dorme entra nel corpo del suo alter ego, che riesce a farsi accogliere nella tribù indigena Omaticaya. Lì impara come si vive nella foresta, cacciando e venerando Eywa, la divinità dei Na’vi. Lo scopo di Jake è riferire al suo comandante come accedere al meglio ai giacimenti di unobtanium e come liberarsi degli alieni, ma presto la situazione si ribalta: innamoratosi della sua mentore Neytiri (Zoe Saldana), Jake finisce per voler aiutare i Na’vi a liberarsi degli invasori, che nel frattempo hanno deciso di distruggere la loro terra per trivellarla.

Se gli effetti speciali fossero un parametro per giudicare la qualità di un film, Avatar meriterebbe il massimo dei voti. Visivamente perfetto, il film introduce un vero e proprio universo con fauna e flora creati da zero. Computer grafica, motion capture e riprese tradizionali si mescolano per creare qualcosa di totalmente nuovo, senza contare l’ottimo uso del 3D. Purtroppo, però, un film non è solamente fuochi d’artificio: quando passiamo ad analizzare la storia il nuovo lavoro di Cameron finisce per non convincere appieno. Sia chiaro: è un ottimo film di fantascienza, ma non il capolavoro assoluto che avrebbe potuto essere. Intanto con qualche minuto in meno di durata, e poi con metafore un po’ più sottili di così. La critica agli americani “esportatori di pace” è interessante, ma fin troppo rozza. Alcune battute sono didascaliche all’inverosimile, e la visione alimenta la certezza che lo spettatore avrebbe comunque compreso e apprezzato lo slancio eco-pacifista di Cameron, anche se non glielo avesse spiegato in modo così pedante.
Resta il fatto che sì, Avatar non sarà il film che rivoluziona la storia del cinema. Però se il cinema non ha bisogno di rivoluzioni, ma soltanto di intrattenimento puro, allora non ci sono dubbi: Avatar va visto.

Voto 8

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Francesco Bernacchio

Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.

6 Comments

  1. Elisa81 11 gennaio 2010 at 22:39

    Andrò sicuramente a vedere il film. Bellissima recensione, come al solito. Vi farò sapere se concordo o meno con il giudizio :-)

  2. raffaela spitella 16 gennaio 2010 at 14:02

    …mi hai convinta!! VADO!!!

    Grazie

  3. Marco Bartoccioni 17 gennaio 2010 at 15:30

    Ok,discutiamone con calmaAvatar è un film terribile visto che ci sono voluti 15 anni per farlo.Se il risultato doveva essere questo tanto valeva spender tempo soldi per fare altro.
    Non ci credo che per quindici anni Cameron ha pensato questa storia,ritengo piuttosto che abbia atteso 15 anni perchè aveva bisogno di tecnologie all’avanguardia, perchè una storia come questa la si scrive in 2 settimane,scopiazzando da una folta filmografia che va da pocahontas, a balla coi lupi, a l’ultimo samurai a braveheart a final fantasy etc etc.
    La storia è scontata e prevedibile,con buchi mostruosi che non posso esprimere in tutto il mio disgusto perchè rischierei di fare spoiler terrificanti e quindi evito.
    Per carita,una fotografia spettacolare, e render da paura,ma la trama è cosi scadente che tutto il film ne perde ed è un peccato perche aveva molti buoni spunti che come al solito di queste maledette produzioni blockbuster non sono stati approfonditi,o sono stati approfonditi male.
    Dall’inizio del film si capisce come avverà la fine,fine che per altro sembra scritta da un esercito di scimmie col cappello.
    Anche il presupposto iniziale è sbagliato.Gli umani che vanno sul pianeta per prendere un metallo prezioso.sarebbe stato piu corretto un discorso di conquista, del tipo, LA nostra terra fa schifo andiamo e coloniziamo, e non la nostra terra fa schifo andiamo a distruggerne un altra per far soldi,è un discorso che non sta in piedi, è estremizzato solo per far leva su un discorso ambientalista.
    E poi anche questi avatar sono molto fragili in quanto a spunto.
    Innanzi tutto,non è che ti devi addormentare per prenderne il controllo,tu entri nella macchina e ti connetti con loro, poi quando da avatar si addormentano il collegamento neuronale si rompe e tornano nei loro corpi originali,ma sono stanchi morti e vanno a dormire,ma vabbe,questo era solo una precisazione.
    Il punto è: Un rivoluzionario che lascia il prorpio corpo a casa di quelli contro cui fa la rivoluzione mentre fa la rivoluzione con una marionetta è un deficente perche appena alza la testa ci piglia le botte e poco servono i voli pindarici che hanno fatto per farla star in piedi perchè sono comuqnue appoggi deboli su cui la storia non riesce a stare in equilibrio come si deve.
    Morale,Il film graficamente a livello di render è bellissimo,ma solo quello quello,il characther design è nullo,la trama è debole e copiata,gli attori si saranno fatti 2 palle cosi perche avranno recitato per due anni in una stanza blu,sigourney weaver era poco piu che un cameo,La regia è decente solo durante le botte che per altro hanno spunti deboli e tutto il film dura troppo ed è lento all’infinito e io mi stavo addormentando, l’intrallazzo tra i protagonisti poteva essere piu studiato cisto che siamo su un pianeta alieno in cui le comunicazioni sono rivoluzionarie, spunto che è stato solo accennato e poi dimenticato.
    Insomma,belli gli effetti,1,2,3 minuti,dopo ti rompi i coglioni,non fai caso al 3d che per altro è stato sfruttato poco e male, e quel che rimane sono solo soldi sprecati, i loro, che pero si rifaranno perche la gente andra a vederlo perche è ingannata dai critici e dalle pubblicità, e i miei, che invece sono buttati per sempre, se andavo a vedere la mostra di caravaggio era meglio
    Cameron mi stai sulle palle,alien era fico,ma una botta di culo capita a tutti nella vita.
    Non gli do piu di 6,e pure per dargli 6 mi ci devo sforzare.

    Marco Bartoccioni

  4. Diè 18 gennaio 2010 at 17:30

    Non capisco come mai tutto questo odio verso la sceneggiatura. Quale film ultimamente può essere ritenuto realmente originale? E’ la reinterpretazione della storia classica che secondo me è riuscita, e non venitemi a dire che la storia di Avatar è la fiera della banalità. Non mi pare di aver sentito parlare della vispa teresa o di donzelle in difficoltà, ma di connessioni neurali, religione panteista, riti, geografia, flora e fauna. Poi la guerra, il gran finale, l’ultima parte che è emozionante davvero.
    Mi sembrano le stesse critiche di 12 anni fa, quando Titanic era la classica storia d’amore sfigata. Sappiamo tutti come è andata a finire. Avatar è un viaggio meraviglioso ed emozionante in una dimensione “altra”, un mondo nuovo, con le sue leggi, la sua storia, il suo linguaggio, il suo ambiente unico e le sue tradizioni, un immaginario che passa dagli occhi per arrivare al cuore. Le emozioni che Cameron sa rendere così bene partendo da un canovaccio semplice sono fenomenali. Sminuirlo è solo guardare la superficie, come fanno i militari quando considerano la Casa un semplice albero paragonabile ad una qualsiasi felce indigena. E’ come l’ignoranza del manager Ribisi che sembra ascoltare le spiegazioni della ricercatrice e poi le ride in faccia.
    E’ nel complesso che va incastonato il tutto e una trama di fondo non innovativa brilla di luce propria se ha dietro qualcuno in grado di renderla unica e farla sua. Caricarla di tutte le emozioni, i momenti magici, il coinvolgimento massimo della battaglia, dando calore e passione ad alieni che sono “veri” e che siamo noi.

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