Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Questa è una di quelle occasioni in cui ci si augura che ci si fermi al due, senza dover necessariamente arrivare al tre. Invece Moccia ci è arrivato, e ha realizzato il suo terzo film da regista, Scusa ma ti voglio sposare. Sequel di Scusa ma ti chiamo amore, quello che è a tutti gli effetti la pellicola di San Valentino del 2010 ci mostra cosa fanno Alex e Niki a tre anni dal loro incontro. La loro storia va avanti nonostante la differenza di età: lei si è iscritta all’università e lui continua a curare il marketing della campagna Tim (marchettone davvero esagerato alla compagnia telefonica). Ma Alex si sente escluso dalla nuova vita di Niki, tra l’università e i nuovi amici, così le chiede di sposarlo. Nel frattempo vediamo crollare una dopo l’altra le storie d’amore degli amici quarantenni di Alex, alle prese con noia e tradimenti.
Questa volta lo sguardo di Moccia è decisamente più corale e non è rivolto solo verso i due protagonisti. Il suo tentativo di staccarsi parzialmente dal pubblico dei più giovani, per cercar proseliti in quello degli adulti, però, fallisce miseramente. La sua eccessiva semplicità nel ridurre ogni situazione, poteva essere vagamente accettabile se applicata alla vita di una quindicenne, ma non certo a un uomo di quarant’anni. Il linguaggio filmico di cui fa uso è troppo, troppo banale, e i momenti salienti (ma quali?) della storia sono sottolineati da brani musicali che mettono in musica quello che gli attori hanno appena finito di dire (quando Niki e Alex sono a Parigi e lui decide che lei è la donna della sua vita, parte La mia signorina di Neffa; quando si lasciano, la colonna sonora ci ricorda che “… è finita…”, e via dicendo). Per fortuna ad attenuare gli slanci di entusiasmo e le risatine isteriche di Niki e delle sue amiche, ci pensano Raoul Bova (che ce la mette davvero tutta per tirare un po’ su il livello recitativo del film), affiancato da Pino Quartullo e Cecilia Dazzi. Ma il nulla da coprire è davvero troppo, e il cameo dell’ex tronista Francesco Arca ci ricorda il motivo per cui Scusa ma ti voglio sposare venga distribuito nei cinema in oltre cinquecento copie, che sono davvero tante. Caro Moccia, scusa ma il tuo film non ci è proprio piaciuto.
Voto 4
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