Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Se il mondo dei videogiochi, quello vero, ha smesso di nutrire interesse nei confronti della realtà virtuale immersiva da parecchio tempo be’, lo stesso non si può dire del cinema che parla di intrattenimento videoludico. Gamer tenta di andare oltre raccontando di un videogame dove degli esseri umani controllano a distanza altri esseri umani, mettendoli al centro di azioni pericolosissime dove chi gioca guadagna punti, e chi è giocato guadagna la libertà. Kable (Butler) è un detenuto per omicidio che sogna di ricongiungersi con sua moglie e sua figlia, e per questo accetta di essere comandato da un diciassettenne abilissimo e divenire la star di un reality game che incolla allo schermo miliardi di persone sul pianeta.
Neveldine e Taylor, già registi dell’action Crank, mischiano nel calderone cose delle quali sembrano non riuscire a parlare con il giusto distacco. L’impressione è che si critichi indistintamente la virtualità, l’ossessione voyeuristica televisiva, la violenza fine a se stessa. Il tutto però usando un linguaggio spaccone e adatto a un pubblico di giovanissimi, che alla fine potrebbero rimanere assuefatti solo dalle esplosioni e dalle tecnologie avveniristiche e improbabili, anziché dare retta a un messaggio assolutamente inconsistente. Questo ritorno di Gerard Butler all’action di bassa lega ci lascia abbastanza interdetti. Fortuna che i videogiochi sono un’altra cosa.
Voto 5
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