Oltre le regole

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Forse il modo migliore per farlo è seguire pedissequamentele istruzioni. Suonare il campanello, presentarsi e dire alla madre, al padre o alla moglie che il loro caro è deceduto (“mai usare parole quali scomparso o passato a miglior vita perché sono fraintendibili”), in guerra. Quando il sergente William Montgomery (Ben Foster)torna dall’Iraq dopo esser stato ferito gravemente, gli viene assegnato un posto all’interno del Casualty Notification Office. In pratica ora è l’ufficiale che ha il compito di recarsi dalle famiglie delle vittime di guerra per notificare loro la morte del proprio congiunto, prima che lo facciano i media. Ad affiancarlo ed istruirlo in questo ruolo da ambasciatore di morte, portatore di un messaggio che nessuno vorrebbe sentire, il capitano Tony Stone (un magnifico Woody Harrelson, candidato all’Oscar per questo ruolo), un veterano del settore.



Davanti alla tragica notizia, i due militari si trovano di fronte alle reazioni più differenti. C’è chi si sente male, chi inizia ad urlare imprecando contro di loro, chi è convinto che ci sia un errore e chi invece li invita a prendere un caffè. La forza di questo film risiede proprio in questo, nel rapporto che si instaura ogni volta tra i due protagonisti e i destinatari del loro messaggio (tra i quali anche Samantha Morton, la precog di Minority Report, nei panni di una vedova, e Steve Buscemi in quelli di un padre incattivito dalla morte del figlio). Quello di William e Tony è uno di quegli sporchi lavori che qualcuno deve pur fare, ma a forza di condividere momenti tanto terribili e intensi, si trovano a costruire un solido rapporto di amicizia.

Oltre le regole (anche qui c’è da farsi la domandina magica sul perché si sia deciso di appiccicare al film un titolo italiano: e non diteci perché il titolo inglese non era chiaro, perché stavolta non regge proprio!)o è un film magistralmente scritto e interpretato. Il regista Oren Moverman, dopo aver trascorso quattro anni nell’esercito israeliano, la guerra la conosce bene. Così bene da essere riuscito a coglierne le sfumature più profonde e laceranti, più di tanti altri autori che hanno diretto i loro film sul campo di battaglia. Qui la guerra non si vede, ma l’angoscia che si respira ne fa sentire il peso incombente anche a migliaia di chilometri di distanza.

Voto 7

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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