Presentato In Concorso ieri il film di Carlo Mazzacurati, La passione, con un bravissimo Silvio Orlando. Il film che ha diviso pubblico e giornalisti, è una commedia amara che racconta la storia di un regista in cerca d’ispirazione, costretto dalle circostanze a mettere in scena la processione della Passione del venerdì santo in un paesino della Toscana. Sul tappeto rosso, l’unico grande assente è stato Corrado Guzzanti, anche lui nel cast, insieme con Giuseppe Battiston, Cristiana Capotondi e Marco Messeri.
Altra Passione presentata ieri al Festival, quella di John Turturro, che con il suo Passione: Un’avventura musicale, ha portato in laguna un po’ di napoletanità. “Questa è un’opera molto insolita ma speciale”, ha dichiarato il regista. “Per prepararmi ho ascoltato migliaia di canzoni del territorio partenopeo, che è pieno di musica straordinaria”.
Applausi per il film del francese François Ozon Potiche in cui la diva d’oltralpe Catherine Deneuve veste i panni di una donna casalinga e remissiva che riesce a prendere le redini della propria vita. Al suo fianco, Gerard Depardieu e Fabrice Luchini.
Sempre ieri, a Venezia abbiamo assistito all’ennesima lezione di cinema firmata da Martin Scorsese. A Letter to Elia, documentario del regista newyorkese dedicato a Elia Kazan (1909-2003), si apre con una domanda: “Che tipo di persona deve imparare a essere un regista?”. In sessanta minuti Scorsese riflette sul lavoro di Kazan con gli attori, sulle scelte registiche, spesso difficili e scomode, che ha dovuto affrontare in tanti anni di carriera e sulla sua vita privata. Ricorda il suo primo incontro con lui, a New York negli anni Sessanta, quando era uno studente di cinema, e l’amicizia che è nata in seguito tra loro, fino ad arrivare alla notte degli Oscar del 1998 quando Martin consegna a Elia una strameritata statuetta alla carriera. Ad aiutare Scorsese nella realizzazione di A Letter to Elia, il critico cinematografico Kent Jones; entrambi hanno messo mano al materiale raccolto in tanti anni con il solo fine di “rendere giustizia a Kazan in quanto persona, figura storica, e soprattutto in quanto artista”. Il nome di Elia Kazan, nonostante siano passati molti anni, è rimasto legato al ruolo attivo che il regista ebbe nel periodo del maccartismo. In particolare a quando si trovò costretto a fare il nome di alcuni suoi colleghi che come lui, anche se per un breve periodo, avevano simpatizzato per il Partito Comunista Americano. Lo scopritore di talenti, fondatore dell’Actors Studio e regista di indiscusso talento, rivive così sullo schermo grazie a uno dei più brillanti conoscitori della settima arte, quell’omino dagli occhi vispi che risponde al nome di Scorsese.
Oggi invece, saranno presentati due film In Concorso l’americano Meek’s Cutoff di Kelly Reichardt e Post Mortem di Pablo Larrain. Un po’ di Italia, nelle sezioni parallele: Gabriele Salvatores presenta il suo 1960 e Piergiorgio Gay porta al Lido Niente paura: Come eravamo, come siamo e le canzoni di Ligabue.
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