Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
L’Italia non è la Francia, e ancor più vero è il contrario, ma questo non ha fermato Medusa dal produrre questo remake di Giù al Nord, film campione d’incassi oltralpe. Massimo Gaudioso, già sceneggiatore di Gomorra, riscrive il film francese di Dany Boon con una buona dose di acidità in meno, ma la sostanza non cambia: la storia è quella di un direttore delle poste della Brianza che si ritrova trasferito in Campania, anziché al centro di Milano come sperava. Allontanatosi dalla propria famiglia, che categoricamente si rifiuta di seguirlo in fondo allo Stivale, Alberto (Bisio) scopre un mondo diametralmente opposto al suo.
Se nella versione francese il protagonista faceva il suo viaggio da sud a nord, qui tutto è affrontato in salsa italiana, premendo l’acceleratore comico sui pregiudizi nei confronti del merdione, sull’ottusità del Nord, ma anche sulle tante piccole differenze in comune che in qualche modo uniscono questo Paese.
Il film è tutto sommato gradevole e scorre via piacevolmente, ma avendo visto l’originale dispiace che tanti elementi di comicità estrema siano stati sacrificati per confezionare una commedia più rassicurante, che annuncia il lieto fine sin dalle prime inquadrature.
Bisio e Siani funzionano molto bene, e al solito Angela Finocchiaro si conferma un volto comico come pochi ce ne sono ormai in Italia. Fosse stato un po’ più graffiante, il tutto non avrebbe fatto rimpiangere l’originale.
Voto 6
Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.
Remake al ragù per uno dei più grandi successi comici della scorsa stagione francese. Bisio mattatore.
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