Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Presentato In Concorso alla scorsa edizione della Festa del Cinema di Roma, La scuola è finita segue le vicende borderline di studenti e professori all’Istituto Pestalozzi, nella periferia est di Roma. Quello che vediamo all’inizio è uno spaccato piuttosto verosimile del degrado e del disincanto nel quale vivono gli adolescenti di certe realtà. Si aspetta che finiscano le lezioni, e al di là di questo c’è solo droga e vicende familiari disastrose. Due professori, in particolare, vengono seguiti dall’occhio della telecamera: la Quarenghi (Valeria Golino), professoressa di scienze che segue anche la classe di sostegno psicologico, e il professor Talarico, ex marito della Quarenghi, che a volte sembra persino più rovinato dei ragazzi. Entrambi si interessando al caso di Daniele, per gli amici Alex, che sembra non avere alcuno stimolo nella vita se non sballarsi.
Entrambi, tuttavia, falliscono miseramente nel loro intento: una mettendo troppo di se stessa nel rapporto con l’alunno, e finendo per esagerare nella sua preoccupazione spingendo il ragazzo ad innamorarsi di lei. L’altro mettendosi troppo sul piano del giovane, collaborando all’occupazione dell’istituto e drogandosi insieme con lui. E’ qui che l’opera di Jalongo finisce per esagerare ed essere a volte un po’ caricaturale. Certe realtà esistono e tutto è molto (amaramente) verosimile, ma il film estremizza troppo senza comunicare molto. Quello che ne emerge è una realtà mortificante fatta di disperazione. Peccato, perché ci sono diversi momenti buoni, ma non sono abbastanza per tenere alta la media. Una nota di merito, visto che siamo a scuola, al giovane protagonista Fulvio Forti, alle prese con il non facile personaggio di Alex lo sballato.
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