Un marito di troppo

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Se un film rimane “misteriosamente” negli scantinati della casa di distribuzione per ben due anni, ci sarà pure un motivo, no? Il motivo è che nonostante il cast di stelle di primissima scelta, Un marito di troppo è uno dei tipici film venuti male, magari promettenti sulla carta, ma sfortunati nelle fasi successive di realizzazione. Così assistiamo a un plot misero e ansioso di stupire ad ogni costo che vede Uma Thurman nei panni di Emma Lloyd, esperta di faccende di cuore newyorkese, che è in attesa di pubblicare il suo primo libro e nel frattempo sciorina consigli nel suo seguitissimo programma radiofonico. Un giorno riceve la telefonata di una ragazza alla vigilia delle nozze, non troppo convinta della sua scelta: Emma con il suo piglio razionale le chiarisce le idee, tanto da convincerla ad annullare il matrimonio. Questo sarà l’inizio di una serie di assurdi equivoci per Emma, anche lei in procinto di sposarsi con il suo editore, prototipo dell’uomo perfetto (Colin Firth).



Dieci anni dopo il delizioso Amori & Incantesimi, Griffin Dunne torna dietro la macchina da presa per regalare al pubblico una nuova commedia degli equivoci in salsa amorosa, ma questa volta il risultato è piuttosto deludente. Si ride poco, e dà un certo fastidio vedere Uma Thurman cimentarsi nel cliché della tipica donna newyorkese precisetta e in carriera che si è cacciata in un mare di guai: un personaggio che decisamente non le appartiene. I suoi due partner, l’ingessato Colin Firth e il pompiere casinista Jeffrey Dean Morgan, funzionano un po’ meglio, ma combattono anche loro con una sceneggiatura che lascia davvero poche possibilità di espressione. Un marito di troppo non aggiunge né toglie nulla al panorama già eccessivamente fitto di commedie romantiche prevedibili e guardabili in maniera passiva che Hollywood continua a sfornare come i biscotti, di cui però non si sente affatto il bisogno.

Voto 5

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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