Another Year

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Non è da tutti riuscire a raccontare la realtà familiare così com’è, senza che ci si aspetti che arrivi un elemento scatenante a dare uno scossone alla storia, e soprattutto senza che si porti sullo schermo la tanto decantata e abusata “evoluzione del personaggio” cui i manuali di sceneggiatura dedicano almeno un capitolo.  Certo in un anno le cose possono cambiare, ma non necessariemente evolvono. Mike Leigh riesce nell’ardua impresa raccontando semplicemente un altro anno vissuto da una manciata di personaggi: un anno di vita che ha come fulcro la casa di Gerri (Ruth Sheen) e Tom (Ruth Sheen), una coppia felice a cui la vita sembra aver dato proprio tutto. Hanno un figlio Joe (Oliver Maltman), alcuni amici di vecchia data, Mary (Lesley Manville) e Ken (Peter Wight), e un variegato walzer di persone che riempiono la loro esistenza. Ma se la vita dei due coniugi appare perfetta, con gli altri il destino non è stato così generoso. Dialoghi di una verosimiglianza disarmente, sceneggiatura impeccabile e un cast perfetto.



Già presentato In Concorso durante lo scorso Festival di Cannes e candidato all’Oscar per la Miglior Sceneggiatura originale, Another Year scava a fondo negli animi dei suoi protagonisti, concentrandosi su quello che accade dentro di loro, mentre ciò che è fuori resta un elemento di puro contorno. E’ uno di quei film in cui “non succede niente” un po’ come accade in alcune pellicole di Sofia Coppola (Somewhere su tutte), ma che riesce a fotografare perfettamente alcuni istanti di un vissuto semplice e complesso allo stesso tempo, come ce ne sono tanti. Leigh si prende il suo tempo, quello che ritiene necessario per mostrare Tom, Gerri e gli altri nel loro quotidiano, non temendo i silenzi o alcune scene fini a loro stesse e apparentemente inutili, di cui però la vita di ciascuno di noi è piena. I suoi attori si muovono in spazi circoscritti come se fossero sul palco di un teatro, e la grandezza del regista inglese sta proprio nel non aver paura di mostrare le loro imperfezioni e il loro non essere eroi o caricature, ma solo persone che vivono la loro vita, a volte felici, altre rassegnati. Una volta tanto al cinema si vedono esseri umani interpretare degli altri esseri umani che non siano solo semplici personaggi. Fermatevi un momento a riflettere su questo aspetto, non è così banale come sembra. Another Year è di fatto un film imperdibile per chi ama i tempi dilatati e l’accurato lavoro di introspezione che da sempre contraddistingue il cinema di Leigh (sin dai tempi di Naked e Segreti e bugie, fino al recente La felicità porta fortuna), ma se cercate l’adrenalina a ogni costo, non è il titolo per voi.

Voto 8

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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