Nessuno mi può giudicare

Di
Share

Dopo Notte prima degli esami e Questa notte è ancora nostra, al terzo titolo preso in prestito da altrettante canzoni, Fausto Brizzi fa centro. Sua infatti la sceneggiatura di Nessuno mi può giudicare (scritta insieme con Massimiliano Bruno e Edoardo Falcone), caratterizzata da un linguaggio fresco e diretto, e colorita da una serie di battute azzeccate e divertenti. La storia è quella di Alice (Paola Cortellesi) una trentacinquenne che vive in una splendida villa a Roma. Ha un marito, un figlio di nove anni, Filippo, e qualche domestico extracomunitario. La sua vita scorre futile e dorata fino a quando suo marito, imprenditore nel ramo dei sanitari, muore in un incidente e lei rimane senza un soldo e piena di debiti. A questo punto Alice è costretta a inventarsi qualcosa, ma non avendo mai lavorato e non sapendo fare nulla, non le resta che giocarsi la carta del mestiere più antico del mondo. Ad aiutarla ci penserà Eva, una escort di professione. Alice e Filippo, costretti a trasferirsi in borgata, verranno in contatto con personaggi tanto strambi quanto genuini, iniziando una nuova vita.



Alla sua prima prova da regista, Massimiliano Bruno (il comico Martellone della serie TV Boris, quello di “Bucio de culo!”, tanto per capirsi) se la cava davvero bene a sfruttare appieno le doti di Paola Cortellesi che non nasconde la sua versatilità,  persino quando finge di non saper cantare. Accanto a lei, un Raoul Bova simpatico e divertente che ha lasciato finalmente a casa quelle quattro espressioni da fiction scadente, facendosi trasportare del tutto dal personaggio che interpreta, il gestore di un internet point verace e genuino. Bravi anche i comprimari: da Rocco Papaleo a Lucia Ocone, da Caterina Guzzanti a Dario Cassini.

Ogni riferimento alle escort (a “quelle” escort) è puramente casuale. D’accordo, Nessuno mi può giudicare non passerà alla storia per la storia originale, ma il personaggio di Paola Cortellesi dimostra che si può far ridere anche essendo belle e sexy, e che una vicenda trita e ritrita può essere ancora fresca e frizzante grazie ai giusti interpreti e a una sceneggiatura solida su cui appoggiarsi. Peccato che Massimiliano Bruno a volte si trovi a cambiare registro un po’ troppo rapidamente, soprattuitto in presenza di quelle due o tre scene drammatiche che rappresentano i momenti più prevedibili della narrazione. Nessuno mi può giudicare resta comunque un film delizioso, riuscito e godibile.

Voto 7

Share

Comments

About author

Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

87 + = 91

Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Chiudi