MIA Market 2019: la quinta edizione sarà dal 16 al 20 ottobre
— 2 giugno 2019Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
Polanski non si farà vedere a Venezia a causa delle vicende giudiziarie che lo riguardano, ma sicuramente sarà stato felice di sapere come la stampa ha accolto la sua ultima fatica durante la proiezione di questa mattina. Oggi è il suo giorno, nonostante il regista non sia fisicamente presente, e il suo Carnage, tratto dal lavoro teatrale della drammaturga francese Yasmina Reza: Le Dieu du Carnage (Il Dio della carneficina), parte già favorito per la conquista del Leone d’Oro.
Applausi e risate hanno accolto anche i protagonisti del film: Christoph Waltz, John C. Reilly, Kate Winslet e Jodie Foster.
La vicenda di Carnage ruota attorno alla storia di due coppie che decidono di trascorrere una serata insieme dopo che i loro rispettivi figli sono stati protagonisti di una rissa. Ma quella che dovrebbe essere una riappacificazione, si trasforma in un litigio sfibrante. Abbiamo rivolto qualche domanda a Kate Winslet, accolta con un’ovazione dalla sala stampa gremita.
Kate ha sottolineato quanto sia stato importante per la sua performance, provenire da una famiglia grande e unita come la sua. “Quando si ha una famiglia come quella che ho io, alcuni atteggiamenti fanno parte di te. La storia del film mi ha attirata molto, il fatto che fosse incentrata su una dinamica che coinvolge i bambini… Quando Roman mi ha chiesto di far parte di questa carneficina, non potevo rinunciare. Poi quando Polanski chiama, a prescindere da cosa ti offrirà, accetti a prescindere”. E’ stata un’esperienza fantastica” ha continuato Kate Winslet, “Sul set eravamo un gruppo di amici che cercavano di dare il meglio. La scena più stramba che ho dovuto affrontare è stata quella in cui vomito. Il giorno in cui dovevo girarla, tutti i tecnici attendevano il mio arrivo sul set e ridevano come matti. Sicuramente una prova complessa, poi quando il peggio credevo fosse passato, ho avuto le mani, i vestiti e i capelli che hanno continuato a puzzare per tutto il giorno… Di cosa era fatto questo vomito? Di pezzi di banane schiacciate – è stata una mia idea – e altre cose orrende che non sto qui a ripetere”.
L’altra pellicola presentata questa mattina al Lido destinata a far parlare molto di sé è stata W.E., diretto da Madonna.
La popstar, alla sua seconda prova come regista dopo aver diretto Sacro e Profano, questa volta ha scelto una storia vera: quella dell’amore profondo che lega Edoardo VIII e la giovane americana, già divorziata, Wallie Simpson, per la quale Edoardo dovette abdicare e quindi rinunciare al trono. Nel cast anche la brava Abbie Cornish, già apprezzata in Bright Star di Jane Campion e in Limitless.
In W.E. l’andamento narrativo è offerto al pubblico in modo troppo frazionato e confusionario, e la patina che copre ambienti e personaggi risulta decisamente troppo leccata, nonostante gli splendidi costumi. Una pellicola senza dubbio particolare e a suo modo interessante, realizzata da una Lady Ciccone che ci tiene a raccontare una delle storie d’amore più romantiche di sempre, ma dal suo punto di vista.
Accolta come solo una rockstar può esserlo, nonostante il contesto cinematografico, Madonna si è presentata ai giornalisti in versione chic con un abitino nero bordato di bianco. Gira voce che la signora Ciccone abbia prenotato cinque alberghi qui in laguna, decidendo solo all’ultimo dove alloggiare: un capriccio per tenere lontani fan e paparazzi. Ma ecco cosa ci ha raccontato di W.E.
“L’aspetto che mi interessava di più della storia tra Edoardo e Wally era capire il motivo per cui un uomo destinato al trono d’Inghilterra riesce ad amare una donna a tal punto da lasciar perdere tutto. La fase di sceneggiatura mi ha impegnata molto, soprattutto a livello di ricerche, ci sono voluti tre anni per avere lo script completo”. Quando le viene ricordato di essere stata sposata con due registi del calibro di Sean Penn e Guy Ritchie, da cui forse ha imparato molto o comunque preso qualche spunto, Lady Ciccone ha sottolineato quanto abbia sempre amato il cinema, sin da bambina. “Fare un film è un po’ come scrivere canzoni, anche questo significa raccontare una storia in fondo. Non è strano che mi ritrovi due grandi registi come ex mariti: sono sempre stata attratta da persone molto creative. Entrambi mi hanno sempre sostenuta nelle mie scelte artistice, che sono le più diverse, come sapete”.
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
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