L’alba del pianeta delle scimmie

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L’aria di reboot continua a soffiare sulle colline di Hollywood, e porta sugli schermi un altro prodotto figlio di una saga tanto celebre quanto sopita. L’alba del pianeta delle scimmie cronologicamente è il sesto film della serie affacciatasi al cinema nel 1968 con Il pianeta delle scimmie, tratto dal romanzo di Pierre Boulle, diretto da Franklin J. Schaffner e interpretato da Chartlon Heston. E fu subito cult. Poi fu la volta dei vari sequel e di un remake (firmato da Tim Burton nel 2001) prima di sparire per un decennio e riapparire la scorsa estate nei cinema americani, da noi con un paio di mesi di ritardo. La vicenda, ambientata nella San Francisco di oggi, inizia con gli esperimenti dello scienziato Will Rodman (James Franco), in cerca di una cura per l’alzheimer che sperimenta su alcune scimmie. Ma è di uno scimpanzé in particolare, Caesar (Andy Serkis), alla cui madre è stato iniettato il nuovo farmaco, che seguiamo la vicenda. Come effetto collaterale della cura, Caesar è nato con un maggiore livello di intelligenza e viene cresciuto, in segreto, da Will e da suo padre (John Lithgow), malato di alzheimer. Ma quando diventa troppo difficile per il giovane scienziato prendersene cura, lo scimpanzé viene rinchiuso in un laboratorio dove sarà costretto a conoscere la crudeltà della razza umana.



E’ il cast umano a rovinare il film di Wyatt. L’idea di mettere in luce l’intelligenza e gli straordinari comportamenti dei primati ci può stare, in una pellicola che pone le basi per una futura lotta per la supremazia del pianeta tra una specie di scimmie super intelligenti, ma non a scapito degli attori in carne e ossa. I movimenti e gli sguardi che Andy Serkis presta al primate Caesar sono davvero notevoli, e la Weta Digital, la società fondata da Peter Jackson che si è occupata degli effetti speciali del film, ha fatto un ulteriore passo avanti in quanto a motion capture. L’alba del pianeta delle scimmie è di fatto il primo film live action della storia del cinema, in poche parole la realizzazione delle riprese degli effetti visivi e del performance capture è avvenuta alla luce del sole, in ambientazioni reali, al di fuori di un teatro di posa, come era accaduto fino ad ora. Fattore che sicuramente ha contribuito a rendere la performance di Serkis ancora più empatica e convincente.

Purtroppo non si può dire altrettanto dei suoi compagni di set: James Franco non riesce assolutamente a rendere tutte le sfumature del personaggio che gli è stato affidato (mantenendo uno sguardo totalmente assente dall’inizio alla fine della pellicola), così come assolutamente inutile è la presenza della bella Freida Pinto nei panni della sua fidanzata e madre acquisita per Caesar. Altra nota dolente del film sono i dialoghi, di una banalità che lascia esterrefatti. Torniamo a dire che troviamo molto più espressive le scimmie che comunicano tra loro a suon di “Uhu uhu!” piuttosto che i personaggi umani, nessuno escluso. Una buona dose di azione e un paio di scene interessanti e ben girate sul finale, rendono L’alba del pianeta delle scimmie un film tutto sommato godibile, ma senza troppe pretese.

Voto 6

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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