Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Punto clou della larga retrospettiva dedicata dal Festival di Roma 2010 allo Studio Ghibli, fucina di capolavori firmati Hayao Miyazaki, Isao Takahata e non solo, arriva finalmente al cinema questo nuovo gioiello animato. E’ Hiromasa Yonebayashi, già animatore de La Città Incantata, a dirigire questa splendida storia che come spesso accade per la casa di Totoro è ispirata a dei racconti occidentali: l’idea originale proviene da The Borrowers, di Mary Norton. Curiosamente, la storia era già arrivata al cinema nel 1997 con un film live action con John Goodman.
La versione Ghibli è molto diversa, ovviamente (la sceneggiatura è stata riscritta da Miyazaki in persona): la storia viene spostata al Giappone moderno, e si concentra sulla quattordicenne Arrietty. La ragazza vive con i genitori sotto un pavimento, perché è alta poco più di un pollice. Come sempre ha fatto la sua gente, Arrietty “prende in prestito” oggetti di uso comune agli esseri umani, riadattandoli alle proprie dimensioni. Naturalmente, i Prendinprestito non devono entrare in contato con gli abitanti della casa in cui dimorano. Ma un giorno Arrietty incontra Sho, un essere umano, e suo padre capisce che è giunto il momento di andarsene.
Storia di amicizia e differenze, Arrietty è colmo della poetica di Miyazaki pur non essendone figlio diretto. Il Maestro ha supervisionato l’intero progetto, al quale pensava da anni, infondendogli tutti i propri topoi: l’amore per la natura, la forza dell’amicizia, una protagonista femminile positiva e forte. Il risultato è un nuovo gioiello per lo Studio Ghibli, che di tanto in tanto pecca nel ritmo e che di certo non raggiunge le vette di eccellenza made in Miyazaki o Takahata, ma pone le basi per una nuova generazione di geni dell’animazione.
Voto 7
Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.
Arriva nei cinema l’ultimo lungometraggio dello Studio Ghibli: Miyazaki supervisiona.
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