Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
I Few Best Men del titolo originale (che rifà il verso a A Few Good Men, la pellicola del 1992 con Tom Cruise, Jack Nicholson e Demi Moore per noi diventata Codice d’Onore) sono stati trasformati in tre uomini, a cui si è aggiunta una pecora. Traduzione e adattamento del titolo a parte, ormai inizia ad essere una battaglia persa, la nuova pellicola dell’australiano Stephan Elliott sprizza simpatia da ogni poro. Non avvalendosi di una trama particolarmente originale, l’autore di Priscilla, la regina del deserto e di Matrimonio all’inglese punta tutto sulle situazioni ai limiti dell’assurdo e sul ritmo serrato che non scende mai sotto i livelli di guardia.
Sul solco già tracciato da commedie come Funeral Party (con cui condivide lo sceneggiatore Dean Craig) o Una notte da leoni, anche se lo script di Tre uomini e una pecora sembra sia stato scritto diversi anni fa e poi riposto in un cassetto, la pellicola racconta la storia di un matrimonio da incubo che ha inizio in una cornice da sogno fatta di mare, palme e sabbia bianca. Un luogo paradisiaco in cui David (Xavier Samuel), giovane inglese con ambizioni politiche, e Mia (Laura Brent), figlia di un ricco senatore dell’entroterra australiano, si conoscono, si promettono amore eterno e decidono di sposarsi. Le nozze verranno celebrate nella sfarzosa tenuta tra le Blue Mountains australiane di proprietà della famiglia di lei. Tornato a Londra dopo l’esotica vacanza David, orfano di entrambi i genitori, comunica la decisione delle imminenti nozze ai suoi tre amici d’infanzia Tom (Kris Marshall), Graham (Kevin Bishop) e Luke (Tim Draxl) che voleranno con lui in Australia per assistere a una cerimonia in cui, naturalmente, accadrà di tutto.
Uno scontro tra civiltà, quella inglese e quella australiana, con tempi comici sostenuti e una struttura narrativa che abbraccia i toni volgari e demenziali di alcuni momenti, integrandoli perfettamente nella fluidità del racconto. L’originalità, dunque, passa in secondo piano, e poco importa se tutto è stato già visto o sentito quando i tasselli sono meticolosamente al loro posto. Nel mescolare la goliardia tipica dei road trip e le atmosfere incantate delle wedding comedy Stephan Elliot pareggia anche il conto con un passato da cameraman di matrimoni. Quando è venuto al Festival di Roma a presentare il film a ottobre ci ha confessato il vero motivo per cui ha girato questo film: “Se Quentin Tarantino fa film perché era commesso in una videoteca, io lo faccio perché ho girato per anni filmini di matrimoni. Questa è la mia vendetta”. E che vendetta! Da segnalare, la partecipazione di Olivia Newton-John nei panni della madre della sposa. Vederla mentre tenta di tutto per scrollarsi di dosso il personaggio che l’ha resa celebre (la Sandy di Grease) fa una certa tenerezza.
Voto 7
Se le aveste perse, eccovi le clip che abbiamo realizzato durante la conferenza stampa di Tre uomini e una pecora al Festival Internazionale del Film di Roma.
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
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