Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Non tutte le ciambelle riescono col buco, diceva qualcuno… E’ proprio il caso di Taken – La vendetta.
Sequel del fortunato film uscito nel 2008, Io vi troverò, il cui protagonista Bryan (Liam Neeson), un ex agente segreto della CIA, riusciva a recuperare la figlia Kim (Maggie Grace) rapita dalla mafia albanese a Parigi, Taken 2 ci proietta fin dai primi minuti nella situazione che darà il via a ciò che stiamo per vedere: un funerale, con tutti i parenti delle vittime del primo film (appartenenti alla mafia albanese) che giurano vendetta. Da qui ha inizio l’incessante ricerca da parte della mafia albanese di Bryan, della sua ex moglie Lenor e di Kim, per torturarli ed ucciderli.
Lo scenario in cui si svolge l’azione, è quello degli angusti vicoli, minuscoli appartamenti e affollati mercati di Istanbul, con conseguente sensazione panico e soffocamento che caratterizza l’intero film. A discapito delle scene d’azione ben studiate e realizzate (non dimentichiamo che Liam Neeson è un esperto di arti marziali anche nella vita reale) la trama di Taken – La vendetta lascia un po’ a desiderare, scadendo inevitabilmente in una serie trovate poco convincenti e ancor meno trascinanti.
La totale mancanza di creatività nello script (ad opera di un Luc Besson evidentemente arrugginito e lontano dai fasti di Léon, Nikita e Io vi troverò) porta Oliver Megaton (Transporter 3, Colombiana) a muoversi su un territorio già ampiamente battuto da saghe di successo come Bourne e lo stesso 007, ma senza l’apporto di un briciolo di originalità. Le due storie d’amore che si sviluppano in parallelo, poi, Bryan che cerca di riavvicinarsi alla ex moglie, e sua figlia Kim che ha trovato un nuovo ragazzo, non arricchiscono affatto una vicenda che parte già stanca con un protagonista a cui vengono messe in bocca battute alla Chuck Norris che non si addicono al personaggio.
Voto: 5
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