Roma 2012 – Giorno 8

Di Carolina Tocci
Share

Eccoci giunti alle ultime battute di un festival che volge al termine e che domani proclamerà i vincitori di quella che senza dubbio verrà ricordata come l’edizione più discussa e meno ricca di star. Dopo la buca di Bill Murray, atteso ieri, oggi si punta tutto sull’arrivo di  è quello di James Franco, attore e regista del corto Dream (che dura una pochi secondi) e di Tar, lungometraggio da lui prodotto e interpretato. Si tratta di una jam session cinematografica tratta dall’omonima raccolta del poeta C.K. Williams, vincitore del Premio Pulitzer. Scritto e diretto da dodici registi esordienti, il film mette insieme diverse poesie, dando origine a un libero itinerario poetico attraverso la vita di Williams. Insomma, l’ospite di oggi è lui. Peccato che, non si sa perché, Franco abbia preferito saltare a piè pari la conferenza con i giornalisti per dedicarsi esclusivamente all’incontro con il pubblico previsto nel pomeriggio, in cui ritirerà anche il Premio Cubovision.

Marjane Satrapi

Ma oggi è anche il giorno di Marjane Satrapi, la regista iraniana naturalizzata Francese, autrice di Persepolis e di Pollo alle prugne che con La Bande des Jotas cambia ancora genere e presenta una commedia on the road autoprodotta, diretta, scritta e interpretata, con una manciata di attori e uno sforzo produttivo ai minimi termini. Ciò nonostante, il suo lavoro intrattiene con un’ironia e un’intelligenza rare.
Per il suo terzo lungometraggio, presentato oggi Fuori Concorso, Marjane Satrapi accende i riflettori sulla piccola storia di Nils e Didier, una coppia di amici che raggiungono il sud della Spagna per partecipare a un torneo di badminton. Arriva anche una donna misteriosa (Marjane Satrapi) e manipolatrice, che ha dei conti in sospeso con la mafia spagnola. Uno scambio di valigie fa incontrare questi tre buffi e improbabili personaggi e mette sottosopra le loro vite. Una storia che si riassume in due righe ma che ha diversi punti di forza, primo tra tutti la simpatia della Satrapi e del suo squinternato cast (composto da Mattias Ripa, che è anche produttore del film e da Stephane Roche, che ne è il montatore ). Incredibile come la regista riesca a connotare e a personalizzare un prodotto sia visivamente, sia contenutisticamente del tutto diverso dai suoi lavori precedenti. Per averne un’idea, e aspettando che qualche distributore italiano (Officine UBU che nel 2011 ha già distribuito Pollo alle prugne?) lo porti nelle sale, ecco il trailer.



Se con il film della Satrapi le risate sono assicurate, con The Motel Life le lacrime si nascondono dietro l’angolo. Opera prima dei due fratelli Gabe e Alan Polsky (che sono passati alla regia dopo aver iniziato la carriera come produttori di cinema indipendente) tratta da un romanzo di Willy Vlautin e presentata In Concorso, la pellicola racconta la storia di Jerry Lee (uno Stephen Dorff completamente trasformato) e Frank (Emile Hirsch), anche loro fratelli, la cui vita è stata un totale disastro. Orfani di madre e cresciuti con il padre ex detenuto e fannullone, insieme i due gestiscono il piccolo motel Reno, vicino al quale vive Annie James (Dakota Fanning ), ex fidanzata di James. Quando Jerry Lee, ubriaco, provoca un incidente in cui perde la vita un bambino, i sensi di colpa lo assalgono e lo portano a compiere un gesto che cambierà la sua vita e quella di suo fratello.

Una pellicola che definire indie è poco e che al Sundance forse avrebbe trovato un terreno più fertile per essere lanciata. Una vicenda triste e non particolarmente originale, quella di The Motel Life, che però arriva dritta al cuore grazie al modo in cui viene descritto il rapporto tra Jerry e Frank, due fratelli che non hanno altro se non il legame che li unisce, loro unico bene da accudire e salvaguardare ad ogni costo. Se Emile HIrsch questa volta non brilla (come non lo ha fatto in Venuto al mondo, ora nelle sale), a farlo è lo straordinario Stephen Dorff (Somewhere) che in questo film rappresenta la perfetta incarnazione dell’American Dream che si frantuma in mille pezzi sulle note dei brani di Bob Dylan e dei The Kills.

Share

Comments

About author

Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

+ 3 = 4

Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Chiudi