Discorsi da Oscar

Di Carolina Tocci
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Durante la cerimonia degli Oscar, i discorsi di ringraziamento da parte del premiato di turno che seguono la consegna della statuetta sono da sempre considerati l’anello debole della serata. Temuti tanto dagli autori, spesso accusati di non riuscire a dare il giusto ritmo allo show, quanto dagli spettatori, che attendono il momento del discorso per andare in bagno o per riempire la ciotola dei pop-corn, effettivamente sono spesso monotoni e noiosi e il più delle volte si esauriscono con un elenco di nomi sconosciuti ai più, che il vincitore si limita a sciorinare, ringraziando.

Prima che i vincitori degli Oscar fossero costretti ad abbandonare il palco da uno stacchetto cadenzato dall’orchestra, l’attrice Green Garson, vincitrice del 1942 del premio come Migliore Attrice nel film La signora Miniver, rimase a parlare alla platea per almeno cinque minuti. Fu proprio dopo il suo interminabile elenco di ringraziamenti che si decise di imporre ai vincitori un limite massimo di tempo che da tre anni a questa parte è di quarantacinque secondi. Per fortuna ogni tanto negli oltre ottant’anni di storia degli Oscar c’è stato qualcuno che ha saputo distinguersi, portando una ventata di originalità in un momento tanto paventato.



2002: Adrien Brody – Miglior Attore Protagonista per Il Pianista di Roman Pola?ski

Più che per il discorso vero e proprio, la consegna dell’Oscar al giovane (quando è stato premiato aveva ventinove anni) e promettente Brody verrà ricordata per il bacio appassionato che l’attore ha rifilato alla sua sexy consegnataria Halle Berry, lasciandola letteralmente senza fiato.

1940: Vivien Leigh – Migliore Attrice Protagonista per Via col vento di Victor Fleming

Per niente emozionata e piuttosto gelida, la ventisettenne Vivien Leigh sale sul palco per ritirare uno degli otto Oscar vinti da Via col vento quell’anno. Ecco il suo discorso per intero, altrettanto posato ed eloquente, che termina con i ringraziamenti al produttore David Selznick. Più di qualcuno ha avuto l’impressione che l’attrice stesse recitando un copione anche in quella circostanza.

Vi prego di perdonarmi se le mie parole sono inadeguate a ringraziarvi per la vostra immensa gentilezza, se dovessi parlare di tutti quelli che mi hanno mostrato un’infinita generosità durante la lavorazione di Via col vento, dovrei stare qui a farvi un discorso più lungo di quanto non lo sia il film stesso. Quindi, se mi è consentito, in questa occasione vorrei dedicare i miei ringraziamenti ad una figura energica, coraggiosa e gentile, David Selznick“. Poi una serafica uscita di scena e neanche una lacrima.

2003: Michael Moore – Miglior Documentario per Bowling a Columbine di Michael Moore

E’ il 23 marzo del 2003 quando Michael Moore vince il premio per il Miglior Documentario per Bowling a Columbine. Il suo discorso è rimasto tra i più sovversivi mai pronunciati sul palco dell’Academy Awards per il modo in cui il regista, senza peli sulla lingua, ha attaccato pesantemente il Presidente Bush e la guerra in Iraq, iniziata appena tre giorni prima.

Dopo i dovuti ringraziamenti ai produttori, Moore inizia il discorso vero e proprio: “Noi siamo amanti della verità, ma viviamo in tempi fittizi. Viviamo in un’epoca in cui abbiamo i risultati delle elezioni false che eleggono un presidente falso. Viviamo in un’epoca in cui abbiamo un uomo che ci manda in guerra per ragioni fittizie. Noi siamo contro questa guerra, signor Bush. Si vergogni! Vergogna signor Bush! Il suo tempo è scaduto, anche il Papa e le Dixie Chicks sono contro di lei! Grazie mille“.

1978: Vanessa Redgrave – Miglior Attrice Non Protagonista per Giulia di Fred Zinnemann

Uno dei discorsi più incendiari di sempre sul palco dell’Academy lo ha tenuto sicuramente Vanessa Redgrave, dopo aver ricevuto la statuetta per la sua performance in Giulia. L’attrice attaccò alcune persone che stavano manifestando fuori dal teatro contro i simpatizzanti palestinesi, denominandoli “banditi sionisti“.

Il suo discorso, rimasto celebre, iniziò rendendo omaggio ai caduti del secondo conflitto mondiale e alle vittime della caccia alle streghe di Hollywood. Poi un saluto al regista del film Fred Zinnemann e poi la bomba: “Penso che si dovrebbe essere molto orgogliosi del fatto che nelle ultime settimane si è rimasti ben saldi e si è rifiutato di farsi intimidire dalle minacce di un piccolo gruppo di banditi sionisti, il cui comportamento è un insulto alla statura degli ebrei in tutto il mondo”. Il tutto mentre fuori dal teatro, si bruciavano bandiere con l’effige dell’attrice su cui era scritto “Vanessa Assassina”.

1976 – Jack Nicholson – Miglior Attore Protagonista per Qualcuno volò sul nido del cuculo di Miloš Forman

E’ il 29 marzo 1976 e Jack Nicholson è seduto accanto alla sua compagna Anjelica Huston e alla figlia Jennifer, avuta dalla prima moglie Sandra Knight, quando viene chiamato sul palco da Art Carney per ricevere il primo dei tre Oscar ad oggi conquistati. Quello che riserva al pubblico, dopo aver preso la statuetta tra le mani, è un discorso in pieno Nicholson style: breve, pungente e ironico.

Beh, credo che questo dimostri che anche all’interno dell’Accademy è pieno di pazzi. Ma, dal momento che mi avete dato questa possibilità, sono davvero felice di avere l’opportunità di ringraziare Saul e Michael e Louise e Brad e Lawrence e Bo, e tutti i ragazzi in azienda, tutti della brigata Feebs. E vorrei ringraziare la signorina Pickford che, per inciso, credo sia stata la prima attrice ad ottenere una percentuale dugli incassi dei suoi film. E a proposito di percentuali, l’ultimo ma non meno importante: il mio agente che, circa dieci anni fa, mi ha detto che non avevo nessuna possibilità di diventare un attore. Grazie“.

1955 – Marlon Brando – Miglior Attore Protagonista per Fronte del porto di Elia Kazan
1973 – Marlon Brando – Miglior Attore Protagonista per Il Padrino di Fracis Ford Coppola

E’ il 30 marzo del ’55 quando una Bette Davis completamente calva (l’attrice in quel periodo era impegnata a vestire i panni di Elisabetta I sul set de Il favorito della grande regina di Henry Koster) con un copricapo tutt’altro che discreto consegna l’Oscar a un giovane ed emozionato Marlon Brando. Un discorso breve, e anche l’ultimo che l’attore terrà sul palco dell’Academy visto che nel 1973, l’attore manderà a ritirare il suo secondo Oscar per Il Padrino,  una ragazza apache: Sacheen Littlefeather, presidente del National Native American Affirmative Image Committee, che poi si rivelò essere un’attrice di origini indiane. L’attore, noto per essere sempre stato un outsider, con questo gesto puntò il dito verso le ingiustizie nei confronti dei nativi americani da parte di Hollywood e degli Stati Uniti. La giovane indiana salì sul palco e lesse alcuni stralci del discorso di protesta scritto da Brando, ringraziandolo per il suo supporto alla causa. Interessante notare quanto l’attore fosse impacciato alla consegna del suo primo Oscar e con quanta risolutezza rifiutò di ritirare il secondo, a distanza di quasi vent’anni, dopo essere entrato di diritto nella storia del cinema.

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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