Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Una pellicola estrema, ardua da digerire e anche socialmente scomoda, ma da Harmony Korine non ci aspettavamo certo una fiaba rassicurante. Presentato In Concorso all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Spring Breakers (titolo a cui nell’edizione italiana è stato aggiunto un esplicativo Una vacanza da sballo) ci porta a seguire le vicende di quattro studentesse americane (Vanessa Hudgens, Selena Gomez, Rachel Korine e Ashley Benson) che pensano bene di di trovare i soldi per le loro vacanze di primavera rapinando un fast food. Ma questo è solo l’inizio. Raggiunto il loro scopo, le ragazze partono per l’ambita meta: Miami. Ma il divertimento dura poco perché, dopo aver partecipato ad un party, vengono arrestate a un posto di blocco per detenzione di droga. Ubriache e con addosso solo il bikini, le quattro ragazze vengono portate dal giudice e messe dietro le sbarre. Rilasciate grazie alla cauzione pagata da Alien (James Franco), un criminale dal cuore tenero che le prende sotto la sua protezione, le studentesse vivranno insieme a lui dei giorni davvero indimenticabili.
Il cosiddetto Spring Break, ovvero intervallo di primavera (più o meno il corrispettivo delle nostre vacanze di Pasqua) altro non è che una settimana di vacanza concessa agli studenti degli Stati Uniti, divenuto ormai sinonimo di sballo e puro divertimento. Harmony Korine (qui alla sua quinta regia) dopo aver scritto la sceneggiatura di Kids di Larry Clark a soli ventun’anni ed essersi fatto conoscere con opere disturbanti e indie fino al midollo come Gummo e Mr. Lonely, torna a parlare di adolescenti con il suo stile estremo e spiazzante. La psicologia e i desideri delle quattro studentesse (due delle quali, Vanessa Hudgens e Selena Gomez, arrivano direttamente dal patinato universo Disney, mentre Rachel Korine è la giovane moglie del regista) vengono sbattuti in faccia al pubblico attraverso immagini di bikini succinti, party a base di droga, alcol, armi e soldi facili e sporchi. Dietro a questo mondo pop, caratterizzato da colori fluo accecanti che ben nascondono i disagi di un paese in cui la superficialità e gli eccessi hanno preso il posto dell’American dream, si cela la denuncia di Harmony Korine al sistema. La nuova galleria di personaggi borderline e grotteschi portata alla ribalta dal regista californiano, primo su tutti un irriconoscibile James Franco gangsta rapper con tanto di treccine e dentatura dorata, questa volta è rappresentata da anime pure, rese “sporche” dal contesto sociale, dalla noia, dalla muffa con cui sin da piccoli sono stati costretti a convivere, dall’abisso sempre pronto a risucchiarli. E allora tutto si ribalta, sogni compresi. Benvengano i soldi facili, l’irresponsabilità, il vivere di eccessi e alla giornata: in un balletto illuminato dai neon in cui tutto è ostentazione.
Più che un film, Spring Breakers sembra un lungo esercizio di videoarte, un videoclip antinarrativo in cui l’unico limite diventa la sopportazione dello spettatore: Britney Speras è l’icona pop di cui si cantano i successi a squarciagola, il mondo dei videogiochi è l’universo agognato dalle Spring breakers e l’immaturità che dimostrano queste quattro squinzie è tale da lasciare senza parole. Insomma, queste bad girl più che la personificazione del peccaminoso e del trasgressivo, con i loro dialoghi ridicoli e le loro frasi ripetute che suonano come degli inni di battaglia, rappresentano tutta l’inconsistenza di una società in declino. E Korine trova un modo interessante per denunciarlo. Peccato che, se si esclude il piano sequenza della rapina al fast food e pochi altri momenti registicamente illuminati, destrutturando quel che resta del film rimangono pochi elementi accomunabili con il concetto di cinema. Una storia praticamente inesistente, un non-script con dialoghi ai limiti del ridicolo, un cast di attrici belle e basta che ripetono le battute fino allo sfinimento. Però, nonostante questo, Spring Breakers ha un suo perché.
Voto 6
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