Come un tuono

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Dopo le cose meravigliose che abbiamo scritto su Blue Valentine, inutile dire quanto aspettavamo il nuovo film di Derek Cianfrance. Ma le nostre speranze sono state in parte disattese.
Come un tuono segue tre storie differenti in una vicenda che ricorda molto da vicino alcune pellicola di Iñárritu (e del suo sceneggiatore Guillermo Arriaga, autore di Amores perros, 21 grammi e Babel e regista di The Burning Plan) con tre diversi livelli narrativi legati l’uno all’altro che si dipanano in un arco temporale di quindici anni. Il film intreccia le vicende di uno stuntman che lavora in un circo, Luke il bello (un Ryan Gosling biondo platino e coperto di tatuaggi) che si ritrova all’improvviso padre di un bambino avuto da una sua vecchia fiamma Romina (Eva Mendes), e di un poliziotto, Avery Cross (Bradley Cooper) coinvolto suo malgrado in azioni oltre il limite della legalità da alcuni colleghi corrotti (tra cui Ray Liotta).



L’obiettivo di Derek Cianfrance si allarga: dalla coppia scoppiata interpretata da Ryan Gosling e Michelle Williams in Blue Valentine, ora la sua macchina da presa segue tanti personaggi, forse troppi, tutti più o meno borderline. Nonostante il suo modo concreto, quasi ossessivo di stare dietro ai protagonisti (l’inquadratura della la nuca di Ryan Gosling mentre attraversa il circo subito prima dell’esibizione ricorda moltissimo quelle del collo taurino di Randy “The Ram”/ Rourke in The Wrestler di Aronofsky), aspetto che gli permette di far crollare quasi del tutto la quarta parete, il regista americano si dilunga troppo in alcuni momenti, facendo perdere alle immagini quella freschezza e quell’immediatezza che tanto abbiamo amato nel suo precedente lavoro.

Altra pecca di Come un tuono è il montaggio. Utilizzato con sapienza in Blue Valentine, risultando forse l’elemento che più degli altri aveva saputo rendere quel film tanto particolare e memorabile, ora si ha quasi la sensazione che il giovane documentarista non riesca a sfruttarne appieno le potenzialità, pur trovandosi a dover raccontare una storia molto più ricca e sfaccettata rispetto alla precedente.

Il cast, poi, a cominciare dall’attore feticcio di Cianfrance Ryan Gosling, offre prove assolutamente medie e prive di guizzi. La sola a brillare alla fine è Eva Mendes: bellissima anche senza un filo di trucco, l’attrice di origini cubane (nonché compagna di Ryan Gosling anche nella vita da circa due anni), regala forse la sua performance più convincente e nei panni della cameriera di un fast food che si ritrova madre di un figlio arrivato per sbaglio dopo una notte di passione.

Altra nota dolente, il titolo italiano, rubacchiato da una battuta del film: “chi corre come un fulmine si schianta come un tuono” che stravolge completamente il senso dell’originale “luogo al di là dei pini”, depositario di un significato evocativo oltre che strettamente legato al territorio in cui la storia si sviluppa. Insomma, passino gli omaggi a Gioventù bruciata e i temi imponenti quali il retaggio e le colpe dei padri che ricadono sui figli o l’ineludibilità del destino, ma un po’ più di piglio registico non avrebbe guastato.

Voto 5

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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