Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
QUI TROVATE LE VIDEOINTERVISTE A GERARD BUTLER E AARON ECKHART
La Casa Bianca è sotto assedio: in pieno giorno un gruppo di estremisti nordcoreani attacca l’edificio, prende in ostaggio il Presidente e il suo staff e minaccia di ucciderli se gli Stati Uniti non cederanno alle loro richieste. Uomini dei servizi segreti incapaci a difendere il luogo considerato tra i più sicuri al mondo, guardie del corpo del Presidente che non riescono ad impedire che il loro uomo venga preso in ostaggio, l’intervento dei Navy Seals richiesto solo quando il peggio ormai è accaduto e altre situazioni del genere, surreali a tal punto da essere involontariamente comiche, tengono insieme questo film. La nazione, anzi il mondo intero, inutile dirlo, sarà salvato dall’ex body guard del presidente (Gerard Butler), sollevato dall’incarico pochi mesi prima in seguito ad una brutta storia che lo ha visto coinvolto.
Tutto questo e anche molto di più, accade in Attacco al potere, pellicola da non confondere con quella del 1989 con Denzel Washington, Annette Bening e Bruce Willis (The Siege in originale).
Questo Attacco al potere (versione italianizzata dell’origiale Olympus has Fallen: chi ha “inventato” il nuovo titolo poteva almeno fare lo sforzo di informarsi per vedere se era già stato utilizzato…), diretta da Antoine Fuqua (Training Day), è di fatto un action come tanti, con un solo eroe di cui seguiamo quelli che ci auguriamo essere i momenti più difficili e concitati della sua vita. Un film il cui unico pregio va ricercato nell’ottima tempistica distributiva e nell’essere stato profetico per aver scelto un “male” diverso dal solito: via i volti mediorientali ormai ampiamente passati di moda e porte aperte ai nuovi cattivi, i nordcoreani. Un rimando all’attualità che però da solo non è sufficiente a salvare una storia patriottica all’estremo (in una scena vediamo cadere a ralenty la bandiera a stelle e strisce che fino a pochi minuti prima sventolava fiera in cima alla Casa Bianca, mentre Butler uccide uno dei cattivi con un busto di Abraham Lincoln) e fastidiosamente manichea.
Il cast, (Butler a parte che nella doppia veste di protagonista e produttore evidentemente era un po’ più più motivato degli altri), sembra impigrito e annoiato da uno script in cui le buone battute si contano sulle dita di una mano. Aaron Eckhart nei panni del Presidente americano si attiene al copione, così come sembra aver fatto la brava Melissa Leo, un tostissimo Segretario della Difesa. Mentre Morgan Freeman e Angela Bassett rispettivamente portavoce della Casa Bianca e responsabile della Sicurezza, si sono sforzati anche meno. In attesa di assistere alla prossima pellicola in cui vedremo la Casa Bianca in fiamme (a forza di farci film, chissà che non accada davvero!), White House Down, diretto dal re dei disaster movie Roland Emmerich (Independence Day, 2012), consigliamo di andare a vedere Olympus Has Fallen solo ai fan di Butler più irriducibili quelli, per intenderci, disposti a perdonargli un simile scivolone. E pensare che ci si sarebbe dovuta accendere una lampadina nel sentire il nome del capo dei cattivi: Kang, proprio come il buffo alieno in cerca di una razza da sottomettere che compare in alcuni episodi de I Simpson. Questo sì che era un indizio profetico.
Voto 5
Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa
The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.
Leave a reply