Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Con Iron Man 3 inizia la “fase 2″ dei lungometraggi cinematografici supervisionati direttamente dalla Marvel Comics. Questo terzo capitolo – inserito nella “continuity” narrativa dopo il clamoroso blockbuster del 2012 The Avengers scritto e diretto da Joss Whedon (che riuniva per la prima volta Capitan America, Thor, Hulk, Vedova Vera, Hawkeye e Nick Fury dello S.H.I.E.L.D.) – mostra un Tony Stark (Robert Downey Jr.) in crisi profonda. Apparentemente ha tutto: è un inarrivabile genio della scienza, un imprenditore multimiliardario e boss assoluto delle Stark Industries, ex playboy – perché ora ha una relazione stabile con la sua assistente Pepper Potts (l’affascinante Gwyneth Paltrow) – e noto a tutto il pianeta dopo l’attacco alieno avvenuto a New York. Però il più egocentrico dei supereroi inizia a dubitare delle proprie potenzialità intellettive e della propria salute fisica, nel momento in cui dovrà affrontare un nuovo, letale, misterioso avversario: il terrorista Mandarino (un sorprendente Ben Kingsley). Iron Man dovrà confrontarsi con il suo passato, rimodulare il proprio presente e crearsi un nuovo, promettente, “reloaded” futuro.
Insieme a nuovi personaggi come la brillante scienziata Maya Hansen (Rebecca Hall) e l’inquietante Aldrich Killian (Guy Pearce) a capo dell’organizzazione AIM, ritornano l’amico James Rhodes (ex War Machine ora diventato Iron Patriot), il simpatico bodyguard Happy Hogan (Jon Favreau) e soprattutto l’intelligenza artificiale Jarvis, praticamente “alter ego” del protagonista. E poi spettacolari armature, metamorfosi biotecnologiche, realtà aumentata, futuristiche innovazioni ultra hi-tech e l’immancabile patriottismo statunitense. Mixando James Bond con Mission: Impossible, il regista Shane Black ,(Kiss Kiss Bang Bang) insieme al co-sceneggiatore Drew Pearce, è riuscito a creare una trama avventurosa con frequenti iniezioni di comedy che prende spunto dalla miniserie fumettistica “Extremis” (scritta nel 2005 dall’eclettico sceneggiatore scozzese Warren Ellis) ma inserendo in modo inedito e divertente – soprattutto per i fan dei comic book originali – anche elementi narrativi degli anni Sessanta. Tutto ciò festeggia degnamente i primi cinquant’anni del personaggio Iron Man, creato nel 1963 da Stan Lee e Larry Lieber (testi) e Don Heck e Jack Kirby (disegni).
Il paradigma morale di Peter Parker/Spider-Man “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità” così diventa “Da grandi poteri possono derivare enormi divertimenti”: Tony Stark piace perché è un genio imperfetto che fa scelte anche sbagliate, ma finché sarà interpretato in forma sempre più tridimensionale – è proprio il caso di dirlo – da Robert Downey Jr., non potrà che essere comunque apprezzato dal pubblico.
L’uso sapiente del 3D sottolinea in modo ottimale le numerose scene spettacolari, quindi ci sentiamo di consigliarvi caldamente questa versione. Come al solito, è d’obbligo aspettare la fine dei lunghissimi titoli di coda per un’imperdibile scena finale.
Voto 8
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