Su il sipario sull’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, che da oggi fino al 18 novembre porterà una ventata di cinema nella capitale, almeno è quello che ci auguriamo. E mentre è atteso per questa sera il taglio del nastro da parte della madrina Sabrina Ferilli, per l’inaugurazione ufficiale, per la stampa la kermesse è iniziata questa mattina con l’apertura delle tre mostre dedicate ad altrettanti protagonisti del cinema italiano: Anna Magnani, Massimo Troisi e Giuseppe Tornatore. Nel foyer della Sala Santa Cecilia sono state esposte al pubblico oltre cento riproduzioni di quadri celebri che nella pellicola La migliore offerta di Giuseppe Tornatore costituiscono la preziosissima collezione privata del protagonista Virgil Oldman (Geoffrey Rush). Nel foyer della Sala Sinopoli, invece, un percorso espositivo sul Massimo Troisi regista, mentre è ospitata nel foyer della Petrassi la mostra fotografica che ripercorre la carriera di Anna Magnani, a quarant’anni dalla sua scomparsa.
Ma veniamo ai film. La giornata è iniziata con Snowpiercer, il bellissimo film post-apocalittico con cui il regista sudcoreano Bong Joon-ho fa il suo ingresso a Hollywood, dirigendo un cast di altissimo livello che vede, tra gli altri, il Captain America Chris Evans (particolarmente ispirato in questo ruolo), Tilda Swinton in una delle sue migliori interpretazioni di sempre e il veterano John Hurt, che domani sarà presente qui all’Auditorium per un incontro col pubblico.
Affascinante cut-up di Matrix, The Road e Brazil, Snowpiercer inizia raccontandoci di come una nuova era glaciale abbia distrutto qualsiasi forma di vita sulla Terra. Gli unici superstiti sono i passeggeri di un treno che viaggia attorno al pianeta in moto perenne. All’interno di questo treno troviamo ricostruito ed estremizzato un rigido sistema di classi sociali con i paria relegati alla coda del treno e un’elite di privilegiati ad occuparne la prima classe.
Le continue vessazioni subite dagli oppressi porteranno ben presto questi a organizzare una rivolta (capeggiata da Curtis/Chris Evans) atta a sovvertire il regime e a giustiziare il tiranno Wilford, folle demiurgo di questo microsistema sociale che vive isolato all’interno della lussuosa locomotiva.
Raro esempio di kolossal a misura d’uomo Snowpiercer tiene incollati alla poltrona dall’inizio alla fine senza mai ricorrere a nessun facile trucchetto da blockbuster e rappresenta la prima piacevolissima sorpresa di questo Festival.
Subito dopo, abbiamo visto la pellicola che stasera aprirà ufficialmente questa ottava edizione del Festival, la seconda sotto la direzione di Marco Müller, L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi. Dopo i vari Manuali d’amore e Italians, il regista toscano sembra aver trovato materiale più congeniale per i suoi racconti e questa volta confeziona un lavoro piacevole e tutto sommato poco scontato. La storia è quella di Ernesto (Elio Germano), un uomo semplice e onesto che cerca di seguire le proprie ambizioni senza perdere mai i valori veri della vita in un’arco temporale che attraversa gli ultimi quarant’anni della storia del nostro paese. Alla conferenza stampa che ha seguito la proiezione del film, Veronesi ha portato con sè l’uomo che ha ispirato la sua storia, Ernesto Marchetti. “Ho sempre dichiarato il mio amore verso la commedia di Risi, Scola e Monicelli e quindi seguo indegnamente quelle orme, ha sottolineato il regista. “Stavolta poi ho avuto la fortuna di non essermi inventato niente. Ho fatto solo il sarto. Quando Ernesto mi ha raccontato la sua storia, già vedevo il film. Lui parlava noi scrivevamo. E’ il film in cui ho dovuto mi inventare di meno”.
Oltre a Veronesi, erano presenti anche Ricky Memphis, Alessandra Mastronardi ed Elisa, autrice della colonna sonora de L’ultima ruota del carro. E poi, naturalmente, il sempre bravo Elio Germano, che ha commentato così il suo personaggio.
L’ultima ruota del carro uscirà nelle sale giovedì 14 novembre.
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