Noi 4

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È una calda e assolata giornata di giugno a Roma, e il piccolo Giacomo (Francesco Bracci Testasecca) deve affrontare una delle prove più importanti della sua vita, almeno fino ad ora: gli esami di terza media. Intorno a questo importante appuntamento si muovono freneticamente anche gli altri membri della sua scombinata famiglia, divisasi in seguito alla separazione dei genitori: la sorella Emma (Lucrezia Guidone), aspirante attrice al Teatro Valle Occupato, la madre Lara (Ksenija Rappoport), ingegnere impiegata negli scavi per la nuova linea della metropolitana e ormai dedita anima e corpo solo ai suoi figli e alla sua professione, e il padre Ettore (Fabrizio Gifuni), artista senza aspirazioni né un soldo in tasca. Saranno proprio gli esami del piccolo Giacomo l’evento che permetterà ai quattro di ritrovare quell’unità perduta che, in fondo, nessuno di loro ha mai dimenticato.



Francesco Bruni torna per la seconda volta dietro la macchina da presa dopo il suo felice esordio da regista con Scialla! nel 2011 (il film che ha lanciato il giovanissimo Filippo Scicchitano nel panorama cinematografico italiano), e dopo aver realizzato nelle vesti di sceneggiatore Il capitale umano, sua ennesima (e come sempre riuscitissima) collaborazione con Paolo Virzì.

Noi 4 appare sin da subito come un progetto ben più ambizioso di Scialla!, soprattutto da un punto di vista registico, visto che le vicende dei quattro personaggi (che si passano a giro le redini della narrazione), si svolgono tutte in un solo giorno. A differenza di Scialla!, però, in Noi 4 sembra mancare il giusto connubio tra ironia e contenuto (narrativo, emozionale e culturale) che faceva del film precedente un’opera prima ben più memorabile, grazie anche all’apporto di un perfetto Fabrizio Bentivoglio.

Il film sembra soffra, inoltre, dell’incostanza nella performance degli attori protagonisti, resi goffi e a tratti macchiettistici da una sceneggiatura sottotono, che riduce Noi 4 ad essere poco più di un quadretto familiare piuttosto banale e pieno di buoni sentimenti, la cui cornice è costruita luoghi più consueti di Roma (Trastevere, il Colosseo, Piazza Vittorio). Nonostante le ottime premesse da cui il film partiva per offrire al pubblico una trattazione più profonda e attenta di un argomento che, a detta dello stesso Bruni, non è rappresentata con equilibrio da parte dei cineasti italiani, il suo film rimane è un’opera che delude le aspettative, risolvendosi in una trattazione banale che lascia lo spettatore, più vuoto di quanto non lo fosse prima di entrare in sala.

Voto 5

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