Joaquín Blázquez Garcés, l’uomo che accusò di plagio Steven Spielberg

Di Carolina Tocci
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Il confine tra ispirazione e plagio, come si sa, risulta spesso piuttosto sottile. Nella letteratura come nella pittura e in qualunque altro ambito artistico. E il cinema non fa eccezione. Nel 1975, il fumettista spagnolo Joaquín Blázquez Garcés, uno dei numerosi collaboratori che gravitavano intorno alle agenzie Bardon Art e Selecciones Illustradas, (che tra gli anni Sessanta e i Settanta rifornivano di fumetti soprattutto gli editori inglesi) realizzò su commissione una storia breve da pubblicare l’anno seguente. Nella storia appariva un bizzarro personaggio di nome Melvin, nella foto in alto.



Se trovate che Melvin assomigli in modo imbarazzante a E.T. L’extraterrestre, sappiate che Blázquez ha avuto lo stesso vostro pensiero. Tanto che, dopo l’uscita del film di Steven Spielberg nel 1982, chiese al regista americano di pagargli i diritti d’autore, accusandolo di plagio. Da Spielberg non arrivò alcun tipo di reazione, con conseguenze piuttosto dramatiche per il giovane autore spagnolo, che cadde in una profonda depressione. Blázquez si mise a bere e ad assumere dose massicce di tranquillanti e nel 1986, a soli quarant’anni, morì in seguito a un ictus provocato, sembra, da un cocktail di medicinali e alcol.

Nel 2008 il regista Victor Saràbia girò un documentario dal titolo Melvin contra E.T. nel quale raccolse documenti inediti sulla vicenda e intervistò diversi autori, alcuni dei quali colleghi di Blázquez, protagonisti della storia del fumetto spagnolo tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta. Ma la parte più interessante del film di Saràbia è nei minuti finali: a un significativo numero di persone, in ogni parte del mondo, viene mostrata un’immagine di Melvin. E tutti, ma proprio tutti,  scambiano il personaggio disegnato da Blázquez per E.T.

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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