MIA Market 2019: la quinta edizione sarà dal 16 al 20 ottobre
— 2 giugno 2019Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
THE ROAD WITHIN di GREN WELLS
L’ultimo film presentato all’intero di Alice nella Città è stato anche quello che si è aggiudicato il premio come miglior pellicola del Concorso Young/Adult, assegnato questa mattina. Opera prima della regista e scrittrice americana Gren Wells, The Road Within è un piccolo gioiello interpretato da un cast di attori giovanissimi e talentuosi: Zoë Kravitz (figlia di Lenny e Lisa Bonet), Dev Patel (The Millionaire) e Robert Sheehan (Misfits e Shadowhunters), accompagnati da due star navigate come Robert Patrick e Kyra Sedgwick.
Protagonista della storia è Vincent (il superlativo Robert Sheehan), che vediamo seduto in prima fila al funerale della madre. Il ragazzo, affetto dalla sindrome di Tourette, è schiavo di continui spasmi fisici e verbali che si manifestano sotto forma di imprecazioni. Affidato dal padre (Robert Patrick), un politico che non ha tempo da dedicargli, alle cure di una clinica sperimentale guidata dalla dottoressa Mia Rose (Kyra Sedgwick), Vincentinizierà una nuova fase della vita. Conoscerà infatti Alex (Dev Patel), un ragazzo germofobico con un disturbo ossessivo conpulsivo e Marie (Zoë Kravitz), una ragazza anoressica: con loro partirà alla volta dell’Oceano per disperdere le ceneri di sua madre.
Remake statunitense del film tedesco del 2010 Vincent will Meer, molto fedele all’originale, The Road Within affronta il tema del viaggio come fuga. Da tutto e, prima ancora, da se stessi. Un’azione che acquista ancor più valore se a compierla sono tre ragazzi affetti da gravi patologie mentali. Ce ne fossero di pellicole in grado di trattare con delicatezza e tenacia temi del genere, tanto scomodi quanto necessari, e capaci di sensibilizzare in modo divertente e educativo, un pubblico giovane. La biondissima e appariscente Gren Wells riesce in questa impresa titanica: The Road Within è un atto di coraggio, una pellicola toccante e dal forte impatto emotivo portata avanti con una freschezza e una sensibilità davvero rari.
Voto 7
ANDIAMO A QUEL PAESE di SALVATORE FICARRA E VALENTINO PICONE
A Ficarra e Picone e al loro quinto film insieme Andiamo a quel paese il compito di chiudere questa nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.
La storia è quella di Salvo e Valentino, due amici disoccupati che, nel tentativo di ridurre le spese, decidono di andar via da Palermo per fare ritorno al paese d’origine Monteforte.
Qui i due si ritrovano a far parte di una comunità composta per lo più di anziani, quasi tutti imparentati tra loro e accomunati dal fatto di percepire pensioni di anzianità che, ai loro occhi, appaiono come vere e proprie chimere.
Determinati a trarre beneficio da questa situazione, Salvo e Valentino decidono quindi di ospitare in casa alcuni di questi attempati parenti per godere, almeno in parte, dei loro piccoli gruzzoli.
Andiamo a quel paese parte un po’ come Pranzo di ferragosto di Gianni Di Gregorio e, per un attimo, lascia quasi intendere che il duo di Zelig possa aver fatto il colpaccio firmando un’opera che si discosti dall’abusato canone dei comici al cinema.
Poi, gradualmente, la piacevole scorrettezza di fondo lascia il campo a (troppo) buoni sentimenti e a una benevolenza che forse, da un prodotto del genere, ci si aspetta pure.
E’ un po’ un peccato perché il film, in alcune sue parti, diverte, soprattutto grazie alla presenza di alcuni ottimi comprimari (un ritrovato Francesco Paolantoni su tutti), mentre paradossalmente a strappare meno risate sono proprio le scene in cui Ficarra e Picone vengono lasciati soli, liberi di reiterare i loro flebili tormentoni paratelevisivi.
Voto 5
A MOST WANTED MAN di ANTON CORBJN
A restituire un senso a questa ultima giornata festivaliera ci ha pensato un atteso omaggio. E’ stato presentato infatti A Most Wanted Man (che da noi uscirà il 6 novembre col titolo La spia), pellicola di Anton Corbjin e ultima performance di Philip Seymour Hoffman prima della sua scomparsa.
Tratto dal romanzo di John Le Carré, Yssa il buono, il film si svolge tra Amburgo e Berlino, e vede coinvolti un misterioso uomo in fuga, un banchiere britannico, una giovane avvocatessa idealista e il capo di un’unità segreta di spionaggio tedesca. Il cast è stellare e include, oltre a Seymour Hoffman, anche Rachel McAdams, Robin Wright, Nina Hoss, Daniel Brühl e Willem Dafoe, che questa mattina era a Roma insieme al regista. L’attore, visto di recente anche nel Pasolini diretto da Abel Ferrara, ha descritto così com’è stato lavorare insieme a Philip Seymour Hoffman.
“La cosa buffa è che io conoscevo il lavoro di Philip Seymour Hoffman, al cinema come a teatro, ed eravamo anche vicini di casa. Lo conoscevo professionalmente ma non personalmente e con A Most Wanted Man ho avuto modo di lavorarci insieme per la prima volta. Tutto quello che posso dire è che nel momento stesso in cui l’ho conosciuto, mi sono sentito subito molto vicino a lui. Sapeva essere molto collaborativo, molto intelligente… Condividere qualcosa con lui era un vero piacere, riusciva a rendere tutto estremamente facile e naturale. Ecco com’era lavorare con Philip“.
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