Ogni maledetto Natale

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Anno del Signore 2014. Dopo aver fatto accometare Philae e aver mandato la prima astronauta italiana nello spazio, possiamo finalmente prepararci a un Natale diverso, consacrato da un film perfido, attuale, dissacratamente divertente. Teatro in cui prendono vita esseri bifolchi ed egoisti: tra buzzurri campagnoli con la mentalità volgare e facilona e ricchi imprenditori traviati dal potere e dal denaro, in una sorta di bestiario umano che offre un volto per ogni sorta di mostruosità sociale che abita il Belpaese.
Presentato nei giorni scorsi al Festival di Torino, Ogni maledetto Natale è il film degli autori di Boris e di Boris – Il film, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo e racconta le vicende, secondo un punto di vista piuttosto originale, di Massimo (Alessandro Cattelan) e Giulia (Alessandra Mastronardi) due ragazzi che, complice una bizzarra circostanza, si conoscono per caso e si innamorano perdutamente l’uno dell’altra. La loro relazione è perfetta e, nonostante abbia solo qualche giorno, sembra essere davvero a prova di bomba. Ma una terribile minaccia incombe sulla felicità di entrambi: il Natale. I due infatti si incontreranno e scontreranno con le rispettive famiglie, dando vita a una spassosa catastrofe dai risvolti tragicomici.



Una medaglia, due facce: la prima, triviale e provinciale, ambientata nella campagna del viterbese che ricorda molto da vicino quella di alcuni horror classici americani (da La notte dei morti viventi a Non aprite quella porta) abitata da un tale sottobosco di umanità che ci rende davvero difficile non pensare ai Mostri di Risi o ai Brutti, sporchi e cattivi di Scola. L’altra, all’interno di una sontuosa villa un po’ fuori dal tempo, nelle cui stanze avviene di tutto: suicidi, bagarre familiari sul fare o meno il pranzo di Natale e in cui il vero padrone di casa è il cameriere filippino a capo della servitù, ben più terribile del suo “padrone”. Uno che, come il personaggio interpretato da Samuel L. Jackson in Django Unchained, disprezza i suoi simili ed è dotato di un potere che rasenta la perversione.

Due realtà, dicevamo, e una sfida: assolutamente vinta. Quella di far coesistere due universi sociali diametralmente opposti e di spiattellarli sullo schermo senza alcun filtro: la pellicola di Ciarrapico, Torre e Vendruscolo è la bestia cornuta e bifronte che un certo pubblico di Natale aspettava e che quest’anno ha deciso di incornare il cinepanettone di turno. Nel 2013 è stata la volta di Indovina chi viene a Natale? di Brizzi, del pieraccioniano Un fantastico viavai e di Colpi di fortuna (ma di sonno sarebbe stato meglio): un trittico avvilente e scoraggiante con script indegni di questo nome, popolati di caratteri dal pressapochismo cafone, alcuni alla ricerca del vero amore e altri solo della portatrice sana di tette e culo di turno. Che qualcosa si stia finalmente muovendo?

I tre registi, consapevoli che un cast di simili mattatori potesse offrire il meglio solo se lasciato a briglia sciolta, portano in sala una storia che sembra scritta in corso d’opera e che si regge sugli ammiccamenti di Marco Giallini, sulle alzate di sopracciglia di Francesco Pannofino, sulle smorfie di Corrado Guzzanti, sui gesti enfatici di Valerio Mastandrea e sulla corpulenta comicità di Stefano Fresi, senza dimenticare le divertenti caratterizzazioni a cui danno vita Caterina Guzzanti e Laura Morante e la sorpresa Cattelan, corpo estraneo al cinema, che nella parte del “normale” in una gabbia di talentuosi artisti pazzoidi, esce a testa alta. Tutto questo vale il prezzo del biglietto e ripaga anche dei momenti di stanca tra una scena madre e l’altra, in cui nessuno degli straordinari talenti che compongono il cast è in campo.

Così, dopo i recenti tentativi di traghettare al cinema una comicità di matrice televisivo-teatrale (le ultime commedie italiane, di Natale e non, hanno avuto come protagonisti diversi personaggi nati in TV: da Paolo Ruffini a Francesco Mandelli, al duo comico Luca e Paolo), con Ogni maledetto Natale il vento cambia davvero. Ad averlo saputo prima, che bastava guardare sì alla TV, ma a quella giusta. Quella più cattiva, impietosa, cinica e dissacrante che ha visto sbocciare e affermarsi un prodotto come Boris, perla rara nel panorama delle fiction italiane.

Voto 7

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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