L’anno nero del cinema italiano

Di Carolina Tocci
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Non è un bel momento per il cinema italiano, che sta attraversando un periodo di crisi piuttosto importante. Tutt’altro che esaltante è infatti il quadro delineato da Tutti i numeri del cinema italiano – Anno 2014, i dati diffusi da Anica e MiBACT utili a capire le condizioni di salute in cui verte il cinema di casa nostra. Ed è emerso che, nonostante oggi si producano più film italiani (201 nel 2014, +34 rispetto al 2013), il pubblico è sempre meno interessato a vederli (-8% nei primi tre mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014). Tra il 2013 e il 2014, inoltre, gli introiti derivati dalla vendita di biglietti sono scesi di 46 milioni di euro: un calo del 7,1%.

“Si fanno più film, con meno risorse e soprattutto nelle classi di costo più basse (salgono da 80 a 112 i film prodotti con budget fino a 800 mila euro), il che si riflette sulla qualità” ha spiegato il direttore generale per il cinema del MiBACT Nicola Borrelli.



Anche l’Europa si è accorta della nostra andatura claudicante tanto che, dai dati raccolti dal Rapporto annuale sullo stato del settore cinematografico nella Ue redatto dall’Osservatorio europeo dell’audiovisivo, l’Italia risulta il Paese europeo in cui si è registrato il più forte calo d’incassi nelle sale cinematografiche. Come se non bastasse, nell’arco del 2014 non c’è stato un solo film italiano che sia rientrato nella top 20 delle pellicole europee più viste nel vecchio continente, classifica dominata, neanche a dirlo, dalla Francia (dopo che lo scorso anno Sole a catinelle, pellicola di Gennaro Nunziante con Checco Zalone, era riuscita ad arrivare al secondo posto).

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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