Insidious 3 – L’inizio

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Se avete visto Oltre i confini del male: Insidious 2, ricorderete come James Wan, regista dei primi due capitoli del franchise, avesse lasciato spalancate le porte per un nuovo, futuro episodio della saga da lui ideata. E probabilmente avrebbe terminato egli stesso la trilogia, se non gli fosse stato proposto di girare Fast & Furious 7. Certo un altro progetto in cantiere non è un buon motivo per privare gli amanti della saga di Insidious di un nuovo, atteso capitolo (soprattutto dopo gli incassi dei primi due film, rispettivamente 97 e 87,5 milioni di dollari worldwide), ecco perché per mantenersi sulla stessa linea c’era bisogno di qualcuno che avesse assorbito quelle atmosfere e quelle suggestioni visive che avevano decretato la fortuna dei due episodi precedenti. La scelta è caduta sullo sceneggiatore Leigh Whannell, sceneggiatore dei primi tre Saw e autore degli script di Insidious 1 e 2, qui per la prima volta in cabina di regia, scelta che però si è rivelata sbagliata.



Whannell, piuttosto che lanciarsi in una nuova storia con protagonista la famiglia Lambert, fa un passo indietro e ambienta Insidious 3 – L’inizio una manciata di anni prima di quei terrificanti eventi. Abbiamo una protagonista adolescente, Quinn Brenner che deve ancora elaborare il lutto della scomparsa della madre, avvenuta un anno prima e vive attualmente un problematico rapporto col padre, costretto da solo ad occuparsi sia di lei che di suo fratello Alex. La ragazza, inoltre, è convinta che lo spirito di sua madre sia ancora presente e stia cercando di mettersi in contatto con lei. Quinn sente spesso bisbigli o strani rumori in casa, trova oggetti spostati e avverte distintamente una presenza. Per cercare di mettersi in contatto con la mamma, Quinn si rivolge alla medium Eloise Rainier (Lin Shaye), nota nell’ambiente del paranormale ma da tempo ritiratasi dall’attività per motivi personali. Pur riluttante, la donna decide di aiutare la ragazza: ma capisce presto che l’entità di cui Qinn le ha parlato non è la defunta madre, bensì qualcosa di malvagio e pericoloso. Un essere che vuole tornare nel mondo dei vivi, servendosi del corpo di Quinn.

Se è vero che Whannell fa il possibile per mantenere quelle suggestioni che il pubblico affezionato al franchise si aspetta di trovare, è altrettanto evidente come sia proprio la sceneggiatura l’elemento maggiormente condannabile di Insidious 3. Attento a non tradire quanto seminato finora da Wan soprattutto dal punto di vista estetico, Whannell finisce però per banalizzare l’aspetto narrativo, reiterando una formula ormai rodata ma senza arricchirla con nuovi elementi e soprattutto privandola di quella solida struttura del racconto che era alla base dei primi due film. Nel mostrarci il passato della medium Eloise (personaggio fondamentale del primo Insidious) e il suo incontro con i suoi aiutanti, i due acchiappafantasmi Specs (interpretato dallo stesso Leigh Whannell) e Tucker, l’autore scade spesso nel ridicolo trovando soluzioni facili e scontate alle trame tessute e lasciando appesi e irrisolti troppi elementi di un episodio che, mancando completamente di carattere, finisce per assolvere alla sola funzione di completare la trilogia.

Voto 4

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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