Le stampanti 3D, nuovo incubo di Hollywood

Di Carolina Tocci
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C’è un nuovo nemico da combattere per l’industria del cinema, la crescita esponenziale dell’utilizzo delle stampanti 3D, in grado di replicare alla perfezione personaggi ed oggettistica e di essere competitive nella battaglia dei prezzi. Ma che cosa sono queste macchine e come funzionano?

Si tratta di dispositivi in grado di realizzare qualsiasi modello tridimensionale mediante un processo di produzione additiva, ovvero partendo da un oggetto disegnato tramite software e replicandolo nel mondo reale con l’ausilio di appositi materiali.



La tecnologia che è alla base di queste macchine si è evoluta rapidamente nel corso degli ultimi anni, portando inevitabilmente ad un abbattimento generale dei costi, tanto che oggigiorno con un piccolo investimento è possibile acquistare un dispositivo di questo tipo da tenere in casa oppure in ufficio. Le potenzialità sono illimitate: spesso l’unico limite è rappresentato dalla fantasia o dalla creatività.

La grande rivoluzione sta dunque nel creare volume e non più solo superficie.
Sul Wall Street Journal un paio di giorni fa è stato pubblicato un articolo molto interessante sull’argomento a firma di Erich Schwartzel in cui viene sottolineato come le stampanti 3D rappresentino di fatto una nuova frontiera per la pirateria, che tocca anche i prodotti fisici finora considerati immuni, con una produzione fai da te che al momento non è legalmente perseguibile che sta letteralmente terrorizzando le major e le società che fanno animazione.

Il successo delle stampanti 3D per i prodotti di consumo spingerà – secondo gli osservatori – l’industria cinematografica nello stesso incubo legale che ha sconvolto l’industria della musica con il boom del digitale negli anni 2000. “Quando si acquistavano cd, il fatto che fossero un oggetto fisico presentava certe tutele. Quando la musica è stata digitalizzata è diventata solo informazione, con costi nulli per replicarla”, afferma Brett Danaher, professore del Wellesley College, esperto in pirateria e distribuzione digitale. “Ritengo che si possa fare un confronto diretto anche con queste stampanti”.

Il fenomeno per ora è ancora limitato: a riprodurre i supereroi di Hollywood o i personaggi dei cartoon sono i fan in casa con le loro stampanti 3D. Ma si tratta di un panorama che secondo gli esperti è destinato a cambiare piuttosto rapidamente, con le case trasformate in mini fabbriche in cui produrre quello che si vuole. La minaccia peggiore diventerebbe allora la vertiginosa discesa dei prezzi del merchandising ufficiale, con gli oggetti riprodotti che rappresenteranno un’alternativa ai tradizionali negozi di giocattoli e ai siti web specializzati.

Per il momento le major hanno evitato significative azioni legali contro questi utilizzatori amatoriali di stampanti 3D, facendo attenzione a non commettere gli stessi errori dell’industria musicale quando cercò di arginare la pirateria facendo causa ai fan che condividevano musica online. Ad oggi gli Studios si limitano a seguire le linee guida del Digital Millennium Copyright Act, che impone ai siti che ospitano oggetti contraffatti di rimuoverli, notificandolo ai titolari dei diritti. Resta il fatto che questa nuova frontiera della riproduzione a tre dimensioni per loro rappresenterà una minaccia sempre più concreta e da arginare, vedremo in che modo.

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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