Il cinema americano e i suoi cliché

Di Carolina Tocci
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Cliché, stereotipi, espedienti, tòpoi per eccellenza: chiamateli come volete, fatto sta che un certo cinema ne è pieno. La rappresentazione di situazioni o personaggi prevedibili in quanto riproposti con eccessiva ricorrenza è appannaggio soprattutto del cinema mainstream americano: non importa che si tratti di commedie romantiche, polizieschi, thriller o horror perché praticamente ogni film in arrivo dagli USA contiene almeno uno di questi luoghi comuni davvero stra-abusati dalla settima arte che ci siamo divertiti ad elencare, sicuramente in modo non esaustivo.

Fatta eccezione per alcuni rarissimi casi (Samuel L. Jackson in Pulp Fiction nella foto in alto, ad esempio), nessuno mangia davvero quello che ha nel piatto. Al massimo si limita a dare un morso da formichina.



Nel 99% delle famiglie dei film ci sono genitori divorziati e i padri o le madri in questione non vanno mai alla recita dei figli (variante: arrivano a spettacolo concluso). Questi ultimi poi, spesso rispondono semplicemente al nome di “campione”.

Le auto esplodono sempre, anche se vengono sfiorate durante un tamponamento. Fanno tre o quattro testacoda e saltano in aria. E negli inseguimenti (soprattutto sulle strade di San Francisco) fanno dei salti irreali senza che il semiasse si spacchi o gli ammortizzatori si fracassino.

Nei film americani quelli che parlano con uno spiccato accento dell’Est Europa, quasi sempre, sono criminali.

Se avviene un’esplosione, i protagonisti ne escono indenni. Perfettamente vestiti, truccati, con i capelli in ordine e si lasciano indietro le fiamme dell’inferno: “Quale esplosione?”.

Se c’è qualcuno che sta lavorando al computer, ogni minima azione o finestra che appare sul monitor emette un bip o suoni similari. Le azioni silenziose sui pc cinematografici non vengono proprio contemplate.

Il latte si beve rigorosamente gelato di frigo dalla bottiglia di vetro oppure dalla tanica di plastica da 5 litri.

– Dopo una notte di passione, lui o lei allunga il braccio per vedere se è rimasta traccia del partner. Che si è già alzato/a.

– C’è sempre un vicino di casa che, spingendo la falciatrice sul praticello che sembra un campo da golf,  saluta cordialmente.

Non esistono chiavi di casa nei film americani e le abitazioni hanno sempre due ingressi: una porta principale che si butta giù con un calcio e una sul retro, che in genere è una zanzariera con un telaio di compensato intorno.

In qualunque scuola, gli studenti schizzano via come tarantolati al suono della campanella, mentre il professore cerca invano di assegnare i compiti.

– Le bombe vengono disinnescate sempre negli ultimi tre secondi del countdown. Sempre.

Se sei in un locale e ordini una birra o un whisky, nessun barista ti chiederà mai quale. Si limiterà a servirti iniziando a pulire il bancone con lo straccetto umido che teneva sulla spalla.

– Sott’acqua con gli occhi aperti e senza maschera o occhialini, i protagonisti dei film vedono tutto incredibilmente nitido!

C’è sempre uno sbirro in motocicletta o una volante della polizia ferma, ai bordi delle strade fuori città che aspetta solo che passi uno dei protagonisti del film per inseguirlo a sirena spiegata.

Se siete in un film americano, state per prendere la metro e avete qualcuno alle calcagna, tranquilli: il treno partirà esattamente tra l’istante in cui sarete saliti al volo e quello in cui il vostro inseguitore stava per farlo.

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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