Loro chi?

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David (Edoardo Leo) ha 36 anni e, abbandonate ormai da tempo le proprie velleità di scrittore, ha una sola ambizione: guadagnare la stima del presidente dell’azienda in cui lavora e ottenere così la tanto agognata promozione. L’occasione giusta si presenta per il lancio di un brevetto rivoluzionario di cui David dovrebbe curare la presentazione. Alla vigilia dell’evento l’uomo viene però avvicinato da Marcello (Marco Giallini), all’apparenza un semplice cameriere che, dopo averlo tempestato di complimenti, lo invita a passare la serata insieme a lui e a due bellissime ragazze straniere.
Il mattino successivo David si sveglia e non ha più nulla.
Insieme a Marcello e alle ragazze sono spariti infatti anche il portafogli e la sua automobile.
A quel punto basta un attimo perché si volatilizzino anche lavoro e fidanzata e a David non resta altro da fare che mettersi sulle tracce dell’uomo che gli ha rovinato la vita e che scoprirà ben presto essere in realtà un inafferrabile mago della truffa.



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È soprattutto a Hollywood che sembrano guardare Miccichè e Bonifacci (il primo regista principalmente di area fiction e il secondo sceneggiatore di lungo corso) con questa loro opera prima. Più in particolare a quel filone crime-comedy che – dalla saga di Ocean fino al recente Focus – Niente è come sembra, passando per il sottovalutato Now You See Me – sostanzialmente ruota attorno alla costruzione di una o più truffe che coinvolgono spesso anche lo stesso spettatore in un ruolo che, a seconda dei casi, può variare da quello di complice a soggetto truffato. L’intuizione più felice dei due autori però sta nell’inserire questo pattern narrativo in un contesto sociale riconoscibile in tutto e per tutto come italiano, con quel contorno di credulità paesana qui rappresentata dagli abitanti del comune pugliese che, convinti che questo sia in predicato di essere scelto come location per una fiction TV, si lasciano truffare in più e più modi e senza colpo ferire dal protagonista, sedicente produttore. Questo per dire della bontà di un prodotto che, almeno sulla carta, sembra volersi opporre in maniera decisa al clima di generale buonismo che fiacca la stragrande maggioranza delle commedie prodotte negli ultimi anni in Italia.
Laddove invece Loro chi? risulta meno riuscito è in una regia piatta che, adagiandosi sui più comodi standard nostrani, lascia trasparire i trascorsi televisivi di Micciché e non permette al film di decollare come pure avrebbe potuto.

L’impressione è che l’errore nasca dalla scelta – se di scelta si tratta – di appoggiarsi troppo alla verve attoriale dei due protagonisti, in particolar modo su quella di un Giallini in grande spolvero. E’ indubbio che l’attore tenga la scena come pochi e dimostri, una volta per tutte, di avere ormai raggiunto quello status che appartiene solo ai grandi (citiamo giusto Gassman e Sordi in quanto la performance di Giallini richiama questi due mostri sacri in maniera quasi dichiarata) e che gli consente di illuminare di luce propria anche opere prive di un oggettivo valore artistico, come nel caso del recente Se Dio vuole.
Lui e Edoardo Leo attualizzano in virtù di una buona alchimia la dicotomia classica – sintetizzata ad arte, alcune vite orsono, ne Il sorpasso di Risi – che all’ingenuità un po’ facilona di un personaggio non ancora avvezzo alle contraddizioni del mondo reale, ne contrappone un altro che invece, in quel mondo, non solo si trova perfettamente a suo agio, ma che proprio ci sguazza. Solo che, da un certo punto in poi, gli scambi verbali dei due diventano anche l’unico valore aggiunto del film. Interamente costruito come racconto a posteriori fatto da David a un editore, Loro chi? diverte e intrattiene ma, in definitiva, rischia pochissimo. Soprattutto in un finale che, nel tentativo di spiazzare ulteriormente lo spettatore, risolve in maniera frettolosa e un po’ telefonata tutto ciò che di buono si era costruito fino a quel momento.

Voto 5,5

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Fabio Giusti

Da sempre convinto che, durante la proiezione di un film, nulla di brutto possa accadere, ha un passato da sceneggiatore, copywriter e altre prescindibili attività. A parte vedere film fa ben poco.

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