MIA Market 2019: la quinta edizione sarà dal 16 al 20 ottobre
— 2 giugno 2019Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
10. Corn Island di George Ovashvili
Sullo sfondo del fronte interno della Georgia di inizio secolo, una prodigiosa, minimale fiaba naturalistica sulla finitudine dell’Uomo, straziante parabola elementale, fra poesia e politica, di tacito fragore e di sfolgorante sintesi visiva.
9. Vulcano di Jayro Bustamante
A metà fra la tradizione atavica e il sordido realismo, il melodramma acronico e lo scavo etnografico, l’esotismo e l’evasione, il miglior debutto della stagione è una prospettiva autentica sulla periferia della civiltà, sui suoi riti e sulle sue contraddizioni.
8. Leviathan di Andrey Zvyagintsev
Ferocissimo, brutale apologo sulla deriva corruttiva del potere e sul senso di vulnerabilità del singolo davanti alla sopraffazione del sistema dominante, un poderoso racconto (im)morale di cosmico fatalismo che vale tanto come fotografia della Russia odierna quanto come riassunto della condizione umana.
7. 45 anni di Andrew Haigh
Impietosa e lancinante biopsia del rapporto di coppia e della fragilità dei suoi equilibri che assume i contorni perturbanti della ghost story, una riflessione sulla percezione del tempo, sul vuoto della perdita e sull’ombra del rimpianto che, nella sua sconcertante trasparenza, può dirsi l’ultimo film d’amore davvero possibile.
6. Kreuzweg – Le stazioni della fede di Dietrich Brüggemann
Stupefacente e gelida sacr(ileg)a rappresentazione a camera fissa sotto il segno della disciplina dreyeriana, una paradossale e catartica espressione di purezza cinematica sul dubbio, sulla mistificazione e sul sacrificio, una via crucis senza redenzione e commentata solo dal silenzio di Dio.
5. Mia madre di Nanni Moretti
Il capitolo più sincero e toccante di quel percorso nello “smarrimento del presente” che è la cifra alla base del ragionamento poetico morettiano, uno spiazzante, vitale atto di autocoscienza che si fa non diario privato di chi muore, ma confessione universale di chi resta, un’opera collettiva, intima e preziosissima.
4. National Gallery di Frederick Wiseman
Ulteriore, fondamentale tassello del cinquantennale dizionario entomologico del padre del documentarismo moderno, nuova, sistematica operazione di dissezione antropologica e istituzionale che diventa un entusiasmante inno all’ineffabilità dell’Arte e una miracolosa, onnicomprensiva combinazione di osservazione e di immaginazione.
3. Turner di Mike Leigh
Sublime e meschina, titanica e miniaturistica, meditativa e sanguigna, l’ultima invenzione del più grande regista britannico in attività è una meravigliosa rapsodia della luce e dell’impressione, un eccentrico, debordante vagare nel mistero e nell’impeto della creazione che restituisce al cinema la sua missione estetica e romantica.
2. Francofonia di Aleksandr Sokurov
Capolavoro cubista e sregolato che riporta in primo piano il pensiero di uno dei maggiori intellettuali del post-moderno, una dimessa, personale preghiera a flusso di coscienza dedicata ai fantasmi del contemporaneo che acquista le proporzioni dell’opera-mondo e che fa lapidariamente calare il sipario sul Novecento.
1. L’altra Heimat – Cronaca di un sogno di Edgar Reitz
Compendio e conclusione del massimo risultato mai raggiunto dalla narrativa audiovisiva, il congedo dalla fluviale epopea di Heimat ribadisce il ruolo di Reitz come unico epigono cinematografico di Marcel Proust e tira splendidamente le somme sul suo ciclo trentennale sulla Germania che fu con uno spericolato salto all’indietro che ha il sentore dell’eterno ritorno.
Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
L’attore protagonista dello spot che prende in giro i film sulla mafia italoamericana.
Il film di Woody Allen abbandonato da Amazon, arriverà in Italia in autunno distribuito dalla Lucky Red.
La storia di un’improbabile amicizia sullo sfondo dell’America razzista dei primi anni Sessanta diretta da Peter Farrelly è una splendida sorpresa.
David Gordon Green si riaggancia direttamente al cult di John Carpenter del 1978 e punta tutto su Jamie Lee Curtis.
Il regista autore di The Elephant Man, Mullholland Drive e Twin Peaks si racconta.
La storica rivalità tra i due tennisti, interpretati da Sverrin Gudnason e Shia LaBeouf, nella pellicola di Janus Metz Pedersen.
Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
L’attore protagonista dello spot che prende in giro i film sulla mafia italoamericana.
Angelo (Il cielo sopra Berlino) e demone (Hitler ne La caduta). Ci lascia un attore immenso, versatile, sensibile.
L’attore, 63 anni, era ricoverato al Policlinico di Napoli da due settimane.
Il capitolo conclusivo della trilogia di M. Night Shyamalan è il film di supereroi che non ci si aspetta.
Nelle sale la commedia criminale di Massimiliano Bruno. Un tuffo nell’Italia dell’82 tra i mondiali di calcio e la banda della Magliana.
Ecco come funziona la nuova sezione per prenotare e acquistare i biglietti del cinema attraversoil social media.
In gara per la Palma d’oro, tra gli altri, Terrence Malick, Pedro Almodóvar, i Dardenne, Marco Bellocchio e Xavier Dolan.
La rilettura del romanzo di Beppe Fenoglio ad opera dei fratelli Taviani, interpretata da Luca Marinelli sbarca alla Festa di Roma. La recensione.
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Tangerines - Mandarini | Movielicious