Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Bill Pope (Ryan Reynolds) è un agente della CIA che, durante un’operazione, viene ucciso da alcuni criminali, portandosi nella tomba numerose informazioni vitali per sventare un potenziale attacco terroristico. La CIA decide quindi di chiedere aiuto al Dottor Franks (Tommy Lee Jones), per cercare di recuperare parte della memoria dell’agente scomparso. Franks impianterà così i ricordi di Pope nella testa del pericoloso Criminal(e) Jericho Stewart (Kevin Kostner) in modo che possa prendere le veci dell’agente e portare così a termine la missione. Naturalmente non tutto andrà secondo i piani.
KEVIN COSTNER A ROMA PER PRESENTARE CRIMINAL. L’INTERVISTA
Prendete un eroe del cinema americano, uno che nella sua carriera trentennale si è comunque distinto per aver interpretato (ma anche diretto) pellicole quasi mai meno che dignitose, se si esclude qualche scivolone. Dagli esordi ne Il grande freddo di Lawrence Kasdan (è lui il suicida di cui si intravedono solo i polsi lacerati), parte che venne tagliata al montaggio, al film successivo di Kasdan, Silverado, fino ai successi che lo hanno fatto entrare di diritto nell’olimpo delle star hollywoodiane (Gli intoccabili, Senza via di scampo, L’uomo dei sogni, Balla coi Lupi, J.F.K. Un caso ancora aperto) Kevin Costner non aveva mai interpretato un personaggio negativo. Fino ad oggi. Perché Ariel Vromen è il primo a tentare di mettere in discussione quella bella faccia pulita da yankee senza macchia, trasformandola in quella di un avanzo di galera violento e sanguinario. E l’idea avrebbe potuto anche funzionare se solo il cineasta israeliano l’avesse portata avanti fino in fondo.
Un po’ action, un po’ dramma romantico e un altro po’ film di fantascienza, Criminal ha fondamentalmente un solo enorme difetto che finisce per ripercuotersi in ogni altro aspetto sia tecnico che narrativo: la scrittura. A parte i dialoghi che sfiorano il ridicolo in più di un’occasione, a non funzionare è proprio la parabola di redenzione che Jericho si trova ad affrontare dopo che gli viene innestata la memoria di Pope. Un criminale di prim’ordine che diventa un tenero romanticone, con tutte le mollezze del caso. Rivorremmo indietro il vecchio Costner, l’eroe che quando faceva il buono tout court funzionava molto più che da villain redento.
Voto 4
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Kevin Costner A Roma Per Criminal | Movielicious