Giovanni Costantino: Come ho portato in Italia Wilde Salomé

Di Redazione
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Giovanni Costantino Distr Indipendente

Come mai un film importante come Wilde Salomé, per quanto metacinematografico e linguisticamente sui generis, è venuto alla luce solo dopo 5 anni di “oblìo”?

I problemi sono stati due: per prima cosa Al Pacino ha voluto rimontare il film dopo la prima in Inghilterra. Ha tagliato circa 7 minuti rispetto alla versione vista alla Mostra di Venezia nel 2011. E rimontare, ovviamente, richiede del tempo.
Il secondo motivo è che I produttori, ma soprattutto lo stesso Pacino, non erano convinti delle politiche distributive proposte in Italia per l’opera. Desideravano qualcosa di meno “commerciale”, più curato e mirato a proteggere l’opera e ciò che si voleva trasmettere con essa. Questo film non è solo un atto di amore nei confronti di Oscar Wilde, ma un documento quasi unico per efficacia sul famoso autore inglese, che certo sarebbe potuto diventare il nuovo Shakespeare, la mente che avrebbe potuto illuminare il suo tempo come nessun altro, molto più di quanto gli fu concesso fare.



distribuzione-indipendente

Cosa ti ha spinto a legarti e a scommettere su questo film? Curioso come la vita ti metta davanti ad una grandissima occasione, legarsi alla maestosità di un nome come Al Pacino – probabilmente il più grande in assoluto, con grande rispetto per De Niro – e al contempo ti costringa a barcamenarti con un progetto “off”, destinato evidentemente ad una fruizione di qualità, alternativa e indipendente.

Veramente io ho dovuto solo accettare. Il che non era molto difficile, vi direte. Beh, me lo sono detto anche io. Distribuzione Indipendente è stata contattata dai coproduttori del film PierLuigi Navoni ed Enrica de Biase, perché avevamo distribuito i Fratelli Karamazov di Petr Zelenka. Era un’opera unica, straordinaria. Come lo è Wilde Salomè, ma ancor più difficile da portare al pubblico perché senza alcun nome di rilievo per l’Italia. Ebbene, siamo stati premiati. 5 anni a distribuire film “coraggiosi”, così definiti solo perché oggi si dice ci voglia coraggio a vendere “bellezza” in un mondo che confonde le orme delle anatre nel fango con le stelle vere che brillano nel cielo. Beh, io credo ancora che la “bellezza” sia più forte. Se ogni anno Distribuzione Indipendente cresce un po’ di più, se ogni anno i nostri film sono più importanti, se ogni anno i giovani italiani che lanciamo crescono quel tantino in più assieme a noi, allora significa che è ancora visibile la luce e che questa scuote le anime dallo stordimento.

Al Pacino ovviamente saprà che il suo film sta uscendo in Italia. L’hai conosciuto, vi siete sentiti, tutto quello che puoi dirci sul Maestro.

Sa che il suo film è in mano ad una distribuzione guidata da teatranti che per amore dell’arte stanno cercando di creare una realtà “altra” e speriamo “alta”. Sa che c’è un impegno che altre distribuzioni importanti non avrebbero intrapreso per la sua opera. Purtroppo non ho avuto modo di conoscerlo. Spero possa accadere in futuro. Strani i giri della vita, come tu accennavi. Sono fiducioso che non sia un caso…ma sia la vita a scegliere sulla base di ciò che abbiamo seminato.

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