Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Parola d’ordine: intelligenza. Quella di Jodie Foster, declinata in ogni suo aspetto: sagacia, acume e conoscenza del mezzo filmico sia a livello tecnico che narrativo, unita alla volontà di raccontare una storia tutt’altro che semplice attraverso uno sguardo classico e al tempo stesso audace. Money Monster è tutto questo. Di certo il migliore dei quattro film diretti ad oggi dalla ex ragazzina prodigio (con l’ultimo, Mr. Beaver, era riuscita persino a riportare sotto i riflettori Mel Gibson dopo che tutta Hollywood gli era andata contro a causa delle sue uscite di testa) e ora autrice precisa e meticolosa con le idee ben chiare e una sensibilità peculiare nel farle diventare cinema.
È venerdì e siamo a New York, chiusi tra le mura di uno studio televisivo in cui ogni settimana Lee Gates (George Clooney) conduce uno show durante il quale elargisce consigli finanziari a chi vuole investire del capitale, con i preziosi suggerimenti in cuffia della regista Patty (Julia Roberts). Piccole somme, grandi aspettative: in una parola, la chiave per la realizzazione dell’American Dream. Un giorno in studio piomba Kyle (Jack O’Connell), un ragazzo armato che prende in ostaggio il conduttore, accusandolo di averlo portato alla bancarotta con i suoi consigli d’investimento da strapazzo, mentre il mondo segue in diretta la vicenda.
Nel coniugare il filone “film con presa di ostaggi” tanto in voga negli anni Settanta (Un pomeriggio di un giorno da cani su tutti) a quello “pellicola finanziaria” sulla falsariga dei recenti Margin Call, La grande scommessa o Too BIg To Fail, la Foster affronta la crisi finanziaria a modo suo, umanizzandola e arricchendola con dettagli anche cinici, sicuramente funzionali alla fluidità della storia che non perde un colpo e non cala mai di ritmo.
Tre personaggi: l’anchorman esuberante, tutto ego e sorrisi sornioni (un Clooney in gran forma), la regista che lavora dietro le quinte per e con lui, Julia Roberts, in un peronaggio tenace e granitico e la vittima del sistema che tenta il colpaccio, Jack O’Connell, l’uomo qualunque che porta avanti come può la sua battaglia contro i mulini a vento: il mercato finanziario.
Due gli aspetti più interessanti di Money Monster: l’evoluzione dei personaggi protagonisti, che si trasformano sotto gli occhi di un doppio pubblico, quello che assiste all’azione disperata del giovane Kyle e quello in sala, e lo stravolgimento narrativo che avviene quando il film assume il punto di vista degli autori dello show, che scelgono di schierarsi dalla parte del giovane, puntando i riflettori su ben altri “mostri”. Da vedere.
Voto 7
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
Ritmo, cuore e cervello nel thriller finanziar-voyeuristico diretto da Jodie Foster con Clooney e la Roberts.
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